10 aprile 2008

Dio perdona... io no! (G. Colizzi, 1967)

Dio perdona... io no!
di Giuseppe Colizzi – Italia 1967
con Terence Hill, Bud Spencer
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Rivisto in DVD.

Dopo aver scoperto che il responsabile di una sanguinosa rapina al treno è un vecchio amico della cui morte – soltanto inscenata – si credeva responsabile, un avventuriero parte alla sua ricerca per vendicarsi e per sottrargli il bottino. Lo aiuterà un altro compare che ora lavora per la compagnia che ha assicurato il treno. Girato in Almeria quando il western all'italiana – dopo gli exploit di Leone – sembrava in fase calante, è il film che ha contribuito a rivitalizzare il genere ma soprattutto quello che ha dato vita alla coppia Bud Spencer-Terence Hill, peraltro nata in modo piuttosto casuale: Carlo Pedersoli, ex olimpionico di nuoto, venne scelto per debuttare sullo schermo soltanto in funzione della sua stazza, ma dimostrò buone doti recitative e soprattutto un eccellente physique du rôle; Mario Girotti sostituì a riprese già iniziate il protagonista ingaggiato in origine, Peter Martell, che si era infortunato al piede durante una lite con la fidanzata (!). Anche i loro nomi d'arte nascono con questa pellicola, su richiesta dei produttori che volevano vendere il film all'estero, e sembravano destinati a non essere riproposti in futuro. I due attori, a dire il vero, non costituiscono ancora una vera e propria coppia: compaiono raramente insieme sullo schermo (ma quando lo fanno mettono già in mostra un buon affiatamento) e sono soltanto due delle tre pedine sulle quali si regge una trama non memorabile, eppure sono già uniti dal consueto rapporto di amicizia/rivalità, incarnano ruoli ben delineati e offrono persino la loro prima scazzottata all'interno di un film che per il resto è ricco di morti violente (basti pensare che si apre con l'immagine di un treno pieno di cadaveri) e sicuramente meno ironico e scanzonato dei successivi. La pellicola doveva inizialmente intitolarsi "Il cane, il gatto e la volpe", ma il titolo venne cambiato all'ultimo momento, dando origine alla moda dei rimandi religiosi nei nomi degli spaghetti western (cui non si sottrassero Spencer e Hill con il successivo "I quattro dell'Ave Maria" e naturalmente con i due "Trinità"). Durante il film, infatti, la battuta del titolo non viene mai pronunciata né – a parte la musica, con un coro sulle parole del "Dies irae", e il nome del cattivo, Bill Santantonio – ci sono riferimenti di qualsivoglia tipo alla religione.

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