Frank Costello faccia d'angelo (J.P. Melville, 1967)
Frank Costello faccia d'angelo (Le samouraï)
di Jean-Pierre Melville – Francia 1967
con Alain Delon, François Périer
***1/2
Rivisto in DVD.
Rarefatto e sospeso, quasi muto e quasi in bianco e nero (la fotografia è a colori, sì, ma i toni di grigio e di beige predominano e l'atmosfera da noir pervade ogni ambiente e ogni personaggio), è l'indimenticabile ritratto di un killer solitario e metodico, che va incontro al proprio destino senza mostrare disperazione né accettare compromessi. Alain Delon, con la sua espressione immutabile e gli occhi di ghiaccio, è perfetto nel tratteggiare un personaggio freddo e silenzioso, che vive in un appartamento spoglio e ha come unico compagno un uccellino in gabbia, e che dopo aver commesso un omicidio in un locale notturno fugge inspiegabilmente senza eliminare la giovane pianista di colore che lo ha visto in volto. Nonostante tutto il suo alibi regge, meticolosamente costruito con l'aiuto della bella Jane (interpretata dalla moglie Nathalie Delon), ma la polizia continua a indagare su di lui e anche i suoi mandanti decidono di eliminarlo. La versione italiana modifica il titolo del film (nonché il nome del protagonista, che in originale si chiamava Jeff e non Frank), aggiunge una musica bossanova sopra il silenzio e il cinguettio dell'uccellino, ed elimina anche il cartello introduttivo nel quale Melville aveva voluto inserire una finta citazione del Bushido ("Non vi è solitudine più profonda di quella del samurai, se non quella di una tigre nella giungla, forse...), cancellando così del tutto il riferimento ai guerrieri giapponesi e alla loro aderenza a un codice di regole e di doveri che tanto ricorda, appunto, i protagonisti di molte pellicole orientali, il Kitano di "Sonatine" e "Hana-bi" in primis. Sono innumerevoli comunque i film e gli autori che hanno tratto ispirazione dalla pellicola: persino alcuni insospettabili, tanto il loro stile è diverso da quello di Melville, come John Woo (la trama di "The killer" gli assomiglia molto) e la coppia Bud Spencer/Terence Hill (ricordate il sicario Paganini in "Altrimenti ci arrabbiamo"?), oltre a naturalmente a Jim Jarmusch, che nel suo "Ghost dog" recupera il parallelo fra il codice del killer e quello dei samurai.
3 commenti:
Ah, che film! E come hai detto molti "insospettabili" si sono ispirati, e non poco, a "Le samouraï".
Già già: indice della grandezza della pellicola!
Mamma mia che film!!! Stupendooooooo!!! S-T-R-A-O-R-D-I-N-A-R-I-O!
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