Asterix alle Olimpiadi (Forestier, Langmann, 2008)
Asterix alle Olimpiadi (Astérix aux jeux olympiques)
di Fréderic Forestier, Thomas Langmann – Francia 2008
con Clovis Cornillac, Gérard Depardieu
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Visto ieri al cinema Colosseo, con Hiromi.
Il primo film dal vivo dedicato ai personaggi creati da Goscinny e Uderzo, "Asterix e Obelix contro Cesare", era piuttosto brutto, nonostante Benigni. Il secondo, "Asterix e Obelix: missione Cleopatra", era invece molto carino, nonostante la Bellucci (merito quasi esclusivamente del geniale Alain Chabat, che lo aveva scritto, diretto e interpretato). Questo terzo, che nell'anno di Pechino 2008 non poteva che essere dedicato alle Olimpiadi, è scadente sotto tutti i punti di vista, e francamente c'era da aspettarselo visto che Chabat è stato esautorato. Battute che non fanno mai ridere, ritmo sotto tono, personaggi insulsi e irriconoscibili, lo spirito di Goscinny completamente assente, un monocorde Alain Delon (che sostituisce Chabat come Giulio Cesare) e Depardieu che "citano" i loro successi precedenti (in particolare "Cyrano" per il secondo), una comparsata di divi dello sport (ma se la coppia Michael Schumacher-Jean Todt e il wrestler Nathan Jones hanno almeno un minimo ruolo nella storia, gli altri – Zinedine Zidane, la tennista Amelie Mauresmo, il cestista Tony Parker – compaiono solo nella sequenza finale, buona giusto per i titoli di coda). Rispetto ai due film precedenti sono cambiati parecchi attori (Asterix in primis: si passa dall'anonimo Christian Clavier al forse più azzeccato Clovis Cornillac), Obelix vede sparire il proprio nome dal titolo, e la sceneggiatura dà molto più spazio a Bruto (Benoît Poelvoorde), l'inetto e traditore figlio di Cesare, che non ai due galli. L'unico spunto interessante, anche se trattato in maniera banale, è quello di considerare la pozione magica come doping, il che impedisce ad Asterix e Obelix di usarla durante le gare. Da segnalare anche stavolta la presenza di alcune "star" italiane: dopo Benigni e la Bellucci, è la volta di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu nei panni dei giudici di gara. Pessimo, come ormai è nella norma, il doppiaggio italiano, in particolare per il personaggio della principessa greca. Nel finale c'è anche un inutile ritorno fuori contesto di Numerobis, l'architetto egiziano di Cleopatra, forse nel tentativo di recuperare un po' dell'umorismo nonsense del secondo film.
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