A brighter summer day (E. Yang, 1991)
A brighter summer day (Guling jie shaonian sha ren shijian)
di Edward Yang – Taiwan 1991
con Chang Chen, Lisa Yang
**1/2
Visto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli inglesi.
Ambizioso e smisurato ritratto della gioventù taiwanese nei primi anni sessanta, in particolare delle bande di strada composte dai figli dei molti esuli che nel 1949 fuggirono dalla Cina continentale per rifugiarsi nella repubblica nazionalista, dopo la sconfitta nella guerra civile. Il protagonista Xiao S'ir (Chang Chen), un ragazzo costretto dalle ristrettezze economiche familiari a frequentare la scuola serale, si sforza di comportarsi da studente modello e di seguire gli insegnamenti del padre, impiegato governativo, ma non può fare a meno di restare coinvolto nelle vicende e nelle tragedie che si succedono attorno a lui. L'immagine del paese che ne esce non è consolante, fra la corruzione dei burocrati, l'ottusità degli insegnanti, il menefreghismo degli adulti e l'insicurezza degli adolescenti che non può che sfociare nella violenza. Molto lungo, forse troppo (quasi quattro ore!), a tratti ostico nella sua narrazione, anche se mai noioso, il film è ispirato a eventi reali (Yang, anche sceneggiatore insieme a tre collaboratori, si è ricordato di un caso di cronaca nera che scosse Taiwan in un periodo di forte turbolenza politica, negli anni della sua giovinezza) e si dipana lentamente fra lezioni scolastiche, risse, concerti con i brani di Elvis Presley (il titolo del film viene proprio da una strofa di "Are you lonesome tonight?"), primi amori, gelosie, amicizie e rivalità, fragili rapporti sociali e familiari. Peccato solo che il protagonista sia molto meno interessante dei personaggi che ruotano attorno a lui. In un certo senso il film può essere considerato un prequel del precedente lungometraggio di Yang, “The Terrorizers”, raccontando l’origine delle bande giovanili lì presentate. Il regista, morto recentemente, è stato uno dei nomi chiave del Nuovo Cinema Taiwanese, la corrente – ispirata alla Nouvelle Vague francese e al cinema italiano – sorta negli anni ottanta per portare sullo schermo ambientazioni più realistiche (rurali o urbane), storie di coming-of-age e immagini del rapido cambiamento della società, di cui il rappresentante più famoso in occidente è Hou Hsiao-hsien (ai cui primi film, durata a parte, questo può essere apparentato: i due, d’altronde, erano colleghi e amici, avendo collaborato a più riprese).
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