Intrigo a Berlino (S. Soderbergh, 2006)
Intrigo a Berlino (The good german)
di Steven Soderbergh – USA 2006
con George Clooney, Cate Blanchett
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Visto al cinema President, con Martin.
Soderbergh non mi piace, ma devo riconoscergli di essere un regista che non ha paura di sperimentare e di uscire dagli schemi dell'industria mainstream, anche se sempre a scapito di un certo intellettualismo. Questo "Intrigo a Berlino" è un tentativo, evidente sin dalla locandina e dalla scelta della fotografia in b/n, di realizzare qualcosa nello stile dei thriller politici e noir degli anni '40. Ambientato nella capitale tedesca semidistrutta alla fine della guerra, divisa dagli alleati nelle rispettive zone d'occupazione, dove si attende l'esito della conferenza di Potsdam e si avviano le prime indagini sui crimini di guerra, è un intricato giallo che soffre purtroppo per una sceneggiatura decisamente imperfetta, molto confusa e persino un po' presuntuosa (citare nel finale la scena di "Casablanca" sulla pista dell'aeroporto è decisamente troppo!). La vicenda, che vede protagonista un reporter militare alle prese con il misterioso omicidio del suo autista e i segreti del passato della donna che ama, risulta inutilmente complicata. Il tema di fondo è però enunciato con chiarezza (già dal titolo originale) e riguarda l'eventuale innocenza o colpevolezza di un intero popolo: esistevano anche "tedeschi buoni" oppure l'intera popolazione era nazista e corresponsabile delle malefatte di Hitler? Ma alla fine il film non prende una vera posizione, e i vari personaggi sostengono l'una o l'altra tesi a seconda del proprio tornaconto personale. Dopo "Good night e good luck", Clooney interpreta ancora un giornalista in un film in bianco e nero. Brutto il doppiaggio italiano, in particolare la voce della Blanchett.
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