4 gennaio 2016

Il corridore (Amir Naderi, 1985)

Il corridore (Davandeh)
di Amir Naderi – Iran 1985
con Majid Nirumand, Abbas Nazeri
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Rivisto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Il piccolo Amiro, orfano e senzatetto, vive di espedienti in una città portuale sulla costa iraniana. Abita all'interno di una barca arenata sulla spiaggia e si guadagna da vivere nei modi più disparati: rovistando fra i rifiuti che si accumulano sulla spiaggia, ripescando e rivendendo le bottiglie vuote portate dalla corrente (competendo in questo con gli altri bambini della zona), vendendo acqua ghiacciata, lavorando come lustrascarpe. Fra un'esperienza e l'altra, si impegna in gare di velocità con gli altri orfani, scoprendo di essere essere assai abile nella corsa, in grado persino di tenere testa a una bicicletta o di correre dietro a un treno. E poco importa se in queste gare ogni scorrettezza è lecita (spintoni, sgambetti, trattenute): anche la vita in fondo è così. Il primo film di Naderi (e uno dei primi film iraniani dopo la rivoluzione) ad aver raggiunto una certa notorietà anche al di fuori del proprio paese, aprendo la strada a tutta una serie di pellicole d'autore e di grande risonanza, caratterizzate da alcuni punti in comune: un impianto "neorealista", una forte attenzione ai bambini (visto che in gran parte erano prodotte dal Kanoon, ovvero l'Istituto per lo Sviluppo Intellettuale dei Bambini e degli Adolescenti, un ente culturale statale che – fra le tante arti – promuoveva anche il cinema e che ha finanziato le prime opere di registi come Abbas Kiarostami e lo stesso Naderi), una straordinaria inventiva nella visuale cinematografica e nella strategia narrativa per superare i limiti di budget e le imposizioni sui soggetti. Qui spicca il rapporto di Amiro con l'ambiente che lo circonda. Se il bambino è affascinato dalle grandi navi bianche che giungono nel porto (sognando di partire, un giorno, a bordo di una di esse) e dai piccoli aerei da turismo che decollano dal vicino aeroporto, per il resto la sua energia e la sua vitalità si rispecchiano nelle forze e negli elementi della natura, impetuosi come lui: le onde del mare che si infrangono sugli scogli, i fuochi che ardono sulla spiaggia, il ghiaccio che si scioglie. E Amiro non perde occasione per gridare tutta la sua voglia di vivere e il suo desiderio di partire, facendo in modo che le sue urla si fondano con il rumore delle navi, degli aerei al decollo o dei treni. Il porto commerciale è crocevia di stranieri: ai tavolini siedono europei e americani, nei cinema si proiettano film occidentali (su un muro si intravede la locandina dell'italiano "La polizia incrimina, la legge assolve") e le edicole vendono riviste come "Oggi" e "Gente Motori". Amiro ne acquista qualcuna per le immagini di aeroplani (non sa leggere nemmeno il farsi, figuriamoci le lingue straniere). Sarà proprio questo uno degli stimoli (oltre al desiderio di "crescere") che lo porterà a iscriversi, seppure in ritardo, a scuola. A proposito: straordinario il piccolo protagonista, Majid Nirumand, che ritroveremo quattro anni più tardi in "Acqua, vento, sabbia". Il film è parzialmente autobiografico: nato nella città portuale di Abadan, anche Naderi è cresciuto orfano, vivendo per strada e passando da un lavoretto all'altro prima di diventare fotografo e infine regista.

2 commenti:

Ismaele ha detto...

bellissimo :)

Christian ha detto...

Assieme a "Dov'è la casa del mio amico?" di Kiarostami, uno dei primi film iraniani a essere arrivati da noi. Naderi, prima di emigrare in America, si ripeterà pochi anni dopo con "Acqua, vento, sabbia".