21 dicembre 2022

Paura e delirio a Las Vegas (T. Gilliam, 1998)

Paura e delirio a Las Vegas (Fear and loathing in Las Vegas)
di Terry Gilliam – USA 1998
con Johnny Depp, Benicio del Toro
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Rivisto in TV (Prime Video).

Con una valigetta piena di droghe ed alcolici, a bordo di una cabriolet rossa, il giornalista Raoul Duke (Johnny Depp) e il suo avvocato Dottor Gonzo (Benicio del Toro) attraversano il deserto per recarsi da Los Angeles a Las Vegas. Qui, continuamente sotto l'effetto degli stupefacenti (LSD, mescalina, etere), assisteranno a una corsa motociclistica, irromperanno in un convegno di procuratori distrettuali, devasteranno due stanze d'albergo e trascorreranno giornate e nottate all'insegna degli eccessi, di allucinazioni psichedeliche e di una follia anarchica e confusionaria. Film fluttuante e imprevedibile, tratto dal romanzo di Hunter S. Thompson, nel cui titolo si parla però di "disgusto", non di "delirio": la scelta dei distributori italiani di cambiarlo mostra tutta la loro incapacità di cogliere il vero significato della pellicola, che non è un semplice "delirio" ma una dichiarazione di rigetto verso un mondo ipocrita e perbenista, una fuga esistenziale, un modo per rendere esplicita la crisi del sogno americano. Il film si svolge infatti nel 1971, all'alba di un decennio che rappresenta la pietra tombale sugli ideali universali e i sogni di rivoluzione e cambiamento degli anni sessanta. La guerra del Vietnam, le apparizioni di Nixon in televisione, l'edonismo sfrenato di cui proprio Las Vegas (con i suoi casinò, i suoi circhi, i suoi eventi ricchi di celebrità) è il simbolo, costringono di fatto i due protagonisti a fuggire da sé stessi e dal mondo, rifugiandosi in una realtà alternativa e ribelle, popolata da rettili umanoidi e visioni alterate, ma capace di mettere in luce le contraddizioni e le ipocrisie della società che li circonda. La regia di Gilliam, che dà sfogo a tutto il suo talento visionario (con l'uso del grandangolo, le inquadrature sghembe e ondeggianti, i colori caldi e forti della fotografia di Nicola Pecorini), è al servizio di una trama episodica e quasi inesistente, mentre è notevole il tour de force dei due interpreti, dove spicca soprattutto uno straordinario Depp, con la pelata e perennemente fuori di testa. Piccole parti per Tobey Maguire (l'autostoppista), Christina Ricci (la pittrice Lucy), Cameron Diaz (la ragazza bionda nell'ascensore), Ellen Barkin (la cameriera del diner), Gary Busey (il poliziotto stradale).

2 commenti:

Babol ha detto...

Non lo vedo da anni ma all'epoca lo avevo adorato. Una bella summa di attori in formissima, oltre che sulla cresta dell'onda, e un regista molto ispirato!

Christian ha detto...

Per me è uno dei suoi film più belli, anche se forse meno "personale" rispetto ad altri come "Brazil", in quanto molto legato al romanzo di Hunter S. Thompson, con cui trova una sintonia sorprendente.