4 dicembre 2022

Monsieur Lazhar (Philippe Falardeau, 2011)

Monsieur Lazhar (id.)
di Philippe Falardeau – Canada 2011
con Fellag, Sophie Nélisse, Emilien Néron
**1/2

Visto in divx.

Bashir Lazhar (Fellag), esule algerino in Canada, è assunto come nuovo insegnante in una scuola elementare di Montreal, in sostituzione di una docente che si è misteriosamente impiccata in classe. I suoi metodi sono "tradizionali", in contrapposizione con le moderne correnti pedagogiche in auge nell'istituto, ma proprio per questo riesce a stringere un rapporto più sincero e diretto con i piccoli alunni, aiutandoli a superare lo shock della morte della precedente insegnante (il cui suicidio torna continuamente nei loro ricordi e discussioni) e a "crescere" affrontando questioni importanti (come l'ingiustizia) durante le lezioni. Tratto da un monologo teatrale di Évelyne de la Chenelière e "cucito" attorno al protagonista Mohamed Saïd Fellag (comico e scrittore algerino, la cui vita ha diversi punti in comune con quella di Bashir, essendosi trasferito in Francia per le turbolenze politiche in patria), un piccolo film sulla scuola e l'insegnamento che affronta temi maturi in modo delicato. Forse è un po' dispersivo, visto che si muove in tante direzioni e affronta numerosi argomenti (i rapporti di Bashir con i bambini, i genitori, la preside e gli altri insegnanti; lo status stesso di Bashir in quanto rifugiato politico, e il passato tragico da cui è in fuga; il tema del suicidio, della morte e del superamento appunto dei lutti e delle difficoltà; lo "scontro" di culture), sempre però con garbo e sensibilità, aiutato anche dai piccoli (e ottimi) interpreti, dove spiccano l'intelligente e matura Alice (Sophie Nélisse) e il traumatizzato e introverso Simon (Emilien Néron). Le strade e i cortili innevati di Montreal fanno da sfondo alle scene ambientate in classe. Premio del pubblico al festival di Locarno e nomination agli Oscar come miglior film straniero.

2 commenti:

Babol ha detto...

Potenzialmente molto interessante, l’avevo trovato un po’ troppo freddo per i miei gusti. Comunque una visione la merita!

Christian ha detto...

A me è piaciuto proprio perché delicato e non "gridato". Il freddo pensi che derivi anche dall'ambientazione innevata!