31 dicembre 2017

Le due inglesi (François Truffaut, 1971)

Le due inglesi (Les deux anglaises et le continent)
di François Truffaut – Francia 1971
con Jean-Pierre Léaud, Kika Markham, Stacey Tendeter
***1/2

Rivisto in DVD.

Dopo "Jules e Jim", Truffaut adatta per il grande schermo anche il secondo dei due romanzi epistolari e semi-autobiografici di Henri-Pierre Roché (che, come il precedente, racconta di un triangolo d'amore e d'amicizia, anche se in questo caso si tratta di un uomo e di due donne). Come protagonista c'è Jean-Pierre Léaud, che per la prima volta recita per Truffaut un ruolo diverso da quello dell'alter ego del regista, Antoine Doinel. Ambientata a cavallo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, la pellicola parla del giovane francese Claude Roc (Léaud) e della sua amicizia – che ben presto si trasforma in amore – con le due sorelle inglesi Ann (Kika Markham) e Muriel Brown (Stacey Tendeter), figlie di un'amica della madre. Inizialmente la curiosità e il fascino che provano reciprocamente è anche dovuto all'appartenenza a mondi diversi (le due ragazze ribattezzano l'amico "Il continente", e la loro educazione puritana si scontra con quella più disinvolta del francese), ma il rapporto non tarda ad evolversi in qualcosa di più impegnativo. Il trio di personaggi si completa anche per le profonde differenze di personalità. Claude (forse anche per l'attore che lo interpreta) è timido, indeciso, anche se pronto a gettarsi all'arrembaggio di fronte al minimo segnale che riceve (tanto che più volte sospetta di essere stato "spinto" a innamorarsi, al di là dei suoi reali sentimenti). Ann, la maggiore delle due sorelle (e la prima che Claude conosce, mentre è in visita a Parigi), è più diretta, aperta e curiosa, mentre Muriel, la minore, è misteriosa ed enigmatica (anche per via dei suoi occhi malati, che copre con una benda o con occhiali scuri) ma proprio per questo forse più affascinante. Per entrambe, quella con Claude sarà la prima esperienza amorosa (un amore ritratto sia sul piano delle emozioni e degli ideali, che su quello fisico, a volte in maniera anche cruda). Le loro vicissitudini si trascineranno per diversi anni, con un epilogo ambientato dopo la prima guerra mondiale.

Se "Jules e Jim" era un film giovanile, esuberante, trasgressivo, questo appare più classico, rigido, maturo e strutturato (d'altronde sono passati dieci anni, con otto film in mezzo), ma risulta comunque sincero, sofferto e intenso. Il testo di Roche era formato dai diari e dalle lettere che i tre protagonisti si scambiano fra di loro, e Truffaut ne mantiene la struttura episodica e la forma elegante e letteraria, pur di fronte a temi quanto mai semplici e quotidiani. Il che, naturalmente, contribuisce ad alleggerire in qualche modo la "densità" dell'opera, che mai assume toni melodrammatici anche quando adombra conflitti e dilemmi morali, come la gelosia fra le sorelle, i rimpianti per il non detto, il tentativo di fare chiarezza nei propri sentimenti, o il puro e semplice desiderio di andare alla scoperta di un mondo nuovo, fino ad allora sconosciuto e tenuto lontano (come nella scena, una di quelle tagliate all'epoca nella versione italiana, in cui le due sorelle chiedono al giovane francese informazioni sui bordelli). Dopo tutto, "per scegliere fra virtù e vizio devo conoscere entrambi", commenta Muriel. E naturalmente le madri non approvano un eventuale matrimonio di Claude con una delle due sorelle, e anche per questo la distanza o le (volontarie) separazioni continueranno a mettere i bastoni fra le ruote a una relazione duratura. Un film ispirato, romantico e psicologicamente complesso, eppure narrato con la leggerezza delle migliori opere di Truffaut, anche se meno fortunato e popolare di altri suoi lavori (il regista lo considerava uno dei suoi film più belli: ma l'insuccesso di pubblico e di critica lo spinse a rieditarlo, eliminando diverse scene e togliendo "et le continent" dal titolo). Forse molti critici hanno trovato troppo cinismo in quella che in fondo è la cronaca di un fallimento sentimentale e della difficoltà (o l'impossibilità) di realizzare sé stessi attraverso l'amore. A proposito della natura semi-autobiografica del testo di Roche: nel finale vediamo Claude, diventato scrittore, dare alle stampe il suo primo romanzo, intitolato "Jérome e Julien", che ovviamente ci ricorda "Jules e Jim". Assai belle le musiche di Georges Delerue, ottima la fotografia di Néstor Almendros.

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