17 dicembre 2017

Senza via di scampo (R. Donaldson, 1987)

Senza via di scampo (No Way Out)
di Roger Donaldson – USA 1987
con Kevin Costner, Gene Hackman
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Visto in divx.

L'ufficiale di marina Tom Farrell (Costner), convocato a Washington nell'entourage del potente segretario alla difesa David Brice (Hackman), viene incaricato da questi di scoprire l'identità di una fantomatica spia russa che si nasconderebbe fra il personale del Pentagono, cui vorrebbe addossare la colpa dell'omicidio della sua amante Susan Atwell (Sean Young). A ucciderla è stato in realtà lo stesso Brice, in preda a uno scatto di gelosia dopo aver scoperto che la donna aveva trascorso il weekend con un altro uomo. Ignora però che quest'ultimo era proprio Tom: il quale, costretto a indagare su sé stesso, cercherà disperatamente una prova che possa scagionarlo prima che la sua identità venga rivelata. Dal romanzo "The big clock" di Kenneth Fearing, già portato mirabilmente sullo schermo da John Farrow nel 1948 ("Il tempo si è fermato"), un remake che ne sposta il setting dal mondo dell'editoria a quello politico-militare, mutandone le atmosfere noir in un thriller da guerra fredda. Ma il meccanismo narrativo funziona solo in parte: molte sono le svolte inverosimili o incoerenti, i personaggi mancano di credibilità e l'insieme è tenuto a galla soltanto dal buon ritmo (non aiuta il fatto che le ricerche avvengano per mezzo di computer e sistemi informatici che all'epoca potevano sembrare rivoluzionari ma oggi appaiono lenti e datati). Unica sorpresa – superflua e alquanto fine a sé stessa, però – il colpo di scena finale sulla vera identità di Tom. Will Patton è Scott Pritchard, il braccio destro tuttofare (e gay) di Brice. Nel cast anche George Dzundza, Howard Duff e la modella somala Iman.

2 commenti:

HDMAN ha detto...

No regge il confronto con "Il tempo si è fermato" (1948) di John Farrow, interpretato magnificamente da Ray Milland e Charles Laughton.

Christian ha detto...

Certo, il film del 1948 era migliore sotto tutti i punti di vista: il meccanismo più oliato, l'atmosfera noir, la coerenza dei temi (a partire da quello del tempo: gli orologi erano meglio dei computer, e persino l'arma del delitto era una meridiana!), l'ambientazione nel mondo dell'editoria..., e Charles Laughton con i baffi :)