20 agosto 2015

Riusciranno i nostri eroi... (Ettore Scola, 1968)

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?
di Ettore Scola – Italia 1968
con Alberto Sordi, Nino Manfredi
**1/2

Visto in divx alla Fogona, con Marisa.

Per rintracciare il cognato Oreste “Titino” Sabatini (Manfredi), del quale si sono perse le tracce in Angola da oltre un anno, il ricco editore romano Fausto Di Salvio (Sordi), stufo degli eccessi del consumismo e in cerca di una personale libertà, decide di recarsi di persona nel continente nero, accompagnato da un recalcitrante assistente, il ragionier Ubaldo (Bernard Blier). La ricerca sarà lunga e difficile, visto che Titino sembra aver seminato indizi e false piste di ogni tipo, che lo ritraggono in maniera sfuggente e multiforme (di volta in volta camionista, prete, trafficante d'armi o ingegnere edile). E durante il viaggio, com'è ovvio, Di Salvio arriverà a conoscere meglio non solo quel continente che – spinto dai romanzi d'avventura (vedi il titolo fiume della pellicola!) e dalle dispense a puntate da lui pubblicate – immaginava ben diverso, ma anche sé stesso e il suo rapporto con il mondo. Ispirato, in particolare nel finale, da una storia a fumetti di Romano Scarpa (“Topolino e il Pippotarzan”), il film rappresentò il primo grande successo del giovane Scola, che lo sceneggiò insieme alla coppia Age & Scarpelli. I toni scanzonati della commedia all'italiana, comunque diffusamente presenti, si stemperano a tratti su riflessioni più ampie – per quanto non originalissime – sul colonialismo e sul contrasto fra civiltà e natura (per non parlare dei luoghi comuni sugli italiani all'estero). Magnifici comunque gli scenari angolani, integrati con evidenti immagini di repertorio. Inizialmente la parte del protagonista era riservata a Manfredi, mentre Sordi avrebbe dovuto interpretare l'oggetto della ricerca: furono gli stessi attori a suggerire l'inversione dei ruoli. Musiche di Armando Trovajoli. Fra le ispirazioni c'è anche "Cuore di tenebra" di Conrad, citato a un certo punto espressamente da Sordi.

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