6 maggio 2014

Biancaneve (Tarsem Singh, 2012)

Biancaneve (Mirror Mirror)
di Tarsem Singh – USA 2012
con Lily Collins, Julia Roberts
*

Visto in TV, con Sabrina.

Il regista indiano Tarsem Singh firma questa rilettura della favola di Biancaneve con toni da commedia (non a caso Julia Roberts, che interpreta la regina cattiva, è la voce narrante nonché a tratti la vera protagonista) e parecchie modifiche al plot originale: i sette nani sono banditi che rapinano chi passa nella loro foresta, la regina cattiva vuole sposare il principe per motivi economici, questi (Armie Hammer) è un idiota che si lascia ingannare in continuazione, ma soprattutto, nel più puro stile "revisionista" da teen movie del ventunesimo secolo, Biancaneve diventa un'eroina d'azione che combatte i mostri al fianco dei nani, ed è lei a salvare con un bacio il principe dall'incantesimo che l'ha fatto innamorare della regina cattiva, e non il contrario. Stravolgere una fiaba è sempre una cosa negativa, perché i suoi elementi non sono messi lì a caso ma hanno un preciso significato simbolico e psicologico. E dunque questo è il vero difetto di un film che per il resto si basa su una sceneggiatura leggera e superficiale, colma di battute e gag stupide che ne affossano la drammaticità, i contrasti, la cupezza che dalla versione originale dei fratelli Grimm era sopravvissuta persino in quella a cartoni animati di Walt Disney. Fra le poche cose da salvare ci sono sicuramente i costumi di Eiko Ishioka (infatti candidati all'Oscar), in particolare quelli sontuosi indossati dalla regina, ma anche le varie maschere a foggia di animale della festa da ballo, o le corazze delle guardie con elmi che sembrano usciti da "Guerre stellari". Non trascendentali, invece, scenografie e ambienti, di solito un punto di forza delle pellicole di Tarsem, così come il comparto degli effetti speciali: interessante lo specchio magico, collocato in un'altra dimensione che ricorda un atollo del Pacifico, mentre tutto il resto è talmente fasullo (foresta di betulle compresa) da ricordare certi adattamenti televisivi di fiabe dell'Europa dell'est, o al massimo l'epoca in cui Hollywood girava sempre in studio e mai in esterni. Maluccio il cast (la protagonista, figlia di Phil Collins, assomiglia vagamente a Audrey Hepburn, ma francamente non pare destinata a una brillante carriera), dove però spicca Nathan Lane nei panni di Brighton, il factotum della regina. Sean Bean, che appare pochissimo, è il re. Nota di demerito per il "normalizzante" titolo italiano. Curiosità: quasi in contemporanea a questa, nelle sale è apparsa anche un'altra versione in live action, "Biancaneve e il cacciatore", che anziché virare la storia in chiave di commedia ne accentuava i lati più dark e mirava a un target meno infantile.

6 commenti:

James Ford ha detto...

Per me una vera schifezza.
Una delle cose peggiori degli ultimi anni.

Christian ha detto...

Forse l'Alice di Tim Burton era anche peggio...

marco il bibliofilo ha detto...

rientra nel genere BAH...

Jean Jacques ha detto...

E dire che Singh ha uno stile visivo davvero eccelso, è grazie a quello che sozzure tipo "Immortals" e "The cell" potevano diventare salvabili.
Qui manco uno sprazzo?

Mauro ha detto...

Ma è quello in cui Biancaneve combatte a colpi di sopracciglio ipersviluppato?

Christian ha detto...

Jean Jacques: Gli altri film di Tarsem ce li ho in lista d'attesa ma non li ho ancora visti... Di questo, come ho scritto, mi sono piaciuti i costumi più che le scenografie (comunque qualcosa di carino c'è, soprattutto nel castello della regina). Non abbastanza però da salvare il film...