14 febbraio 2014

La morte cavalca a Rio Bravo (S. Peckinpah, 1961)

La morte cavalca a Rio Bravo (The Deadly Companions)
di Sam Peckinpah – USA 1961
con Brian Keith, Maureen O'Hara
**1/2

Visto in TV.

Da cinque anni un ex sergente nordista (Brian Keith) è alla ricerca del disertore sudista (Chill Wills) che durante la guerra civile l'aveva quasi scotennato. Proprio quando lo ha trovato, fingendo di volersi unire a lui e al suo compagno Billy (Steve Cochran) per rapinare una banca, deve mettere da parte i suoi propositi di vendetta perché nel corso di una sparatoria ha involontariamente ucciso un bambino: roso dai sensi di colpa, si offre di accompagnare la madre (Maureen O'Hara), che intende seppellirlo a fianco del padre, scortandola attraverso il pericoloso territorio Apache. La pellicola d'esordio di Sam Peckinpah è un western vecchio stile sui temi della vendetta e del perdono, a basso budget e privo della violenza improvvisa e stilizzata che caratterizzerà le opere successive, ma comunque dotato di alcuni pregi: su tutti, la caratterizzazione psicologica dei protagonisti, con Keith nel ruolo dell'antieroe senza nome che non si toglie mai il cappello (per non mostrare la cicatrice dello scotennamento) e che deve destreggiarsi fra l'odio e i sensi di colpa, e un'ottima Maureen O'Hara nei panni di una donna forte ed orgogliosa, vittima delle circostanze ma desiderosa di una vita migliore. Ma anche i due personaggi minori, l'infido dongiovanni Billy e soprattutto il sudista Turkey, che sogna di diventare il governatore di una piccola repubblica indipendente, lasciano qualcosa allo spettatore. L'esordio alla regia cinematografica del grande Sam (fino ad allora soltanto sceneggiatore) fu dovuto al suggerimento di Keith, che aveva lavorato con lui nella serie televisiva "The Westerner". La pellicola venne pesantemente manipolata al montaggio dal produttore Charles B. Fitzsimons, fratello della O'Hara (la lotta per ottenere il director's cut rimarrà purtroppo una costante di tutta la carriera del regista), ma a tratti i temi (se non la mano) di Peckinpah riescono a emergere.

2 commenti:

Stefano ha detto...

Non è particolarmente eccezionale. Peckinpah comincia ad essere Peckinpah solo col successivo "Sfida nell'Alta Sierra"...

Christian ha detto...

Vero, registicamente questo ha ancora ben poco del Peckinpah che verrà. Però mi aspettavo che fosse molto peggio, invece nel complesso non mi è dispiaciuto, soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi.