8 maggio 2012

Notting Hill (Roger Michell, 1999)

Notting Hill (id.)
di Roger Michell – GB 1999
con Hugh Grant, Julia Roberts
**

Visto in DVD, con Sabrina.

Anna Scott (Julia Roberts) è una celebre attrice hollywoodiana, famosa in tutto il mondo, la cui vita privata è sbattuta regolarmente sulle prime pagine dei tabloid. William Thacker (Hugh Grant) è invece un "tipo qualunque", timido proprietario di una libreria di viaggi nel pittoresco quartiere londinese di Notting Hill. Un giorno, casualmente, Anna entra nel negozio di Will: sarà l’inizio di un’improbabile storia d’amore. Enorme successo di pubblico (e boom di visite nei luoghi che fanno da sfondo alla vicenda) per un film che punta tutto su una sceneggiatura semplice ma che fa bene il suo lavoro. Il tema dell’incontro fra una celebrità apparentemente “irraggiungibile” e un uomo normale è un classico della commedia romantica, e viene qui svolto con buon gusto e sensibilità. Ma se nella prima parte la pellicola non manca di brio ed è ravvivata da situazioni spigliate ed esilaranti (Will che si finge un giornalista per poter avvicinare Anna) e da un discreto contributo dei personaggi di contorno (su tutti il grezzo coinquilino interpretato da Rhys Ifans), più si va avanti più ne diventano evidenti i limiti, dovuti soprattutto all’eccessiva prevedibilità (per non parlare dell’implausibile finale, con lei ad adattarsi alla vita di lui e non il contrario: qui però entra in gioco la sospensione dell’incredulità, assolutamente necessaria per potersi godere una storia di questo tipo, di fatto una fiaba). Chi cerca dolcezza e puro romanticismo, non contaminato da sberleffi, cinismo e volgarità, non resterà deluso. Gli amanti della commedia sofisticata e dei dialoghi brillanti, invece, si tengano stretti i vecchi e inarrivabili dvd di Cukor e Lubitsch. Lo sceneggiatore Richard Curtis – che abita proprio a Notting Hill ed è il vero autore della pellicola (il regista Roger Michell è solo un "esecutore") – aveva già lavorato con Hugh Grant in “Quattro matrimoni e un funerale” (e lo farà ancora ne “Il diario di Bridget Jones”): in seguito si darà anche alla regia con “Love Actually”.

9 commenti:

marco46 ha detto...

le gags migliori sono quelle in cui Will si finge giornalista e intervista la troupe: "Ci sono cavalli e segugi in questo film?" "No, svolgendosi tutta l'azione in un sottomarino"
comunque una gran bella favola, con lei che fa la Principessa e lui il Cenerentolo

Christian ha detto...

O anche: "Si è identificato con il personaggio che interpretava ?" "No" "Perché?" "Perché interpreto un robot carnivoro e psicopatico". ^^

Sì, il film ha proprio la struttura di una favola, un classico della commedia romantica sin da "Amami stanotte" (Mamoulian, 1932).

Sabrina ha detto...

Lieve e soave come un notturno di Chopin. Soffice e fiabesco come un manto di neve fresca. Consolatorio e dolce come una carezza. La migliore declinazione possibile del romanticismo stilnovista postmoderno. Meravigliosamente semplice. Niente dramma, trama struggente o dialoghi ricercati: solo il magico e fatato incantesimo dell'Amore. Un'armonia perfetta tra interpreti, sceneggiatura, ambiente, colonna sonora ed atmosfera. Un capolavoro di cui se ne sconsiglia la visione a cinici, occhialuti, malvestiti e snob affetti dal "complesso del critico", per i quali sono degni solo film antecedenti agli anni cinquanta e noti a non piu di tre persone. Loro lo derubricherebbero con un paio di stellette e un "poco più che banale".

Christian ha detto...

Esagerata, in fondo non ne ho scritto così male (mezza stelletta in più potrebbe anche starci)! ^^
E poi ammetterai anche tu che da metà film in avanti è tutto piuttosto prevedibile e che i due protagonisti difettano di personalità (non a caso i comprimari sono più interessanti).
Senza stare a rivangare gli anni trenta e quaranta (non a caso definiti “l’età d’oro della commedia romantica” ^^), e rimanendo a Julia Roberts, mi sono piaciuti di più “Pretty Woman” e “Il matrimonio del mio miglior amico”.

Sabrina ha detto...

La commedia romantica è ontologicamente prevedibile perchè nasce con lo scopo di descrivere il coronamento di una storia d'amore senza ricorrere ad espedienti drammatici.Nel caso specifico la rinuncia alla rigidità narrativa avrebbe comportato la rottura del registro stilistico tanto gentile quanto delicato con conseguente snaturamento della rappresentazione. Parimenti i protagonisti in un contesto di effimeratezza non potevano non avere un profilo personologico minimale,insicuro e fragile. Magari per compiacere i tuoi gusti avrebbero potuto inserire un duello tra pistoleri , una spsratoria yakuza,una mezz'oretta di tacita contemplazione o qualche alieno.È inevitabile che le preferenze soggettive influenzino il giudizio ma non dovrebbero mai essere tall da diventare pregiudizio di genere e minare la capacità critica.

marco c. ha detto...

Se ci metteva dentro "un duello tra pistoleri, una sparatoria yakuza, una mezz'oretta di tacita contemplazione o qualche alieno" veniva fuori una super-vaccata alla Miike! Lo guardavo di sicuro! Magari anche La Roberts che stillava latte dalle Tette! :Q__

Christian ha detto...

Uhmmm... Un incrocio fra "Visitor Q" e "Notting Hill"...?
Sì, forse lo troverei interessante! ^^

Sabrina ha detto...

In quel caso vi preparerei i popcorn...ma poi me ne andrei a leggere Elle ! ^_^

Alessandra ha detto...

Non amo molto il genere, escludendo gli autori che citi ovviamente, però questo qua è almeno sopportabile.

Ale55andra