Arsenico e vecchi merletti (F. Capra, 1944)
Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and old lace)
di Frank Capra – USA 1944
con Cary Grant, Priscilla Lane
***1/2
Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele e Ginevra
In partenza per il viaggio di nozze, il critico teatrale Mortimer Brewster si ferma a dare un salutino alle zie Abby e Martha, due zitelle che vivono – benvolute da tutti – in un tranquillo quartiere di Brooklyn. Ma la sconvolgente quanto casuale scoperta di un cadavere che riposa nella cassapanca delle zie sconvolge i piani di Mortimer. Le care vecchiette gli confessano candidamente che hanno l’abitudine di avvelenare – con una mistura di “arsenico, stricnina e cianuro” – anziani sconosciuti che invitano nella loro casa, allo scopo di donare loro pace e tranquillità e non farli più soffrire di solitudine: i corpi vengono poi seppelliti in cantina dall’altro nipote Teddy, che nella sua follia si crede Theodore Roosevelt ed è convinto di scavare “le chiuse del canale di Panama”. La situazione si fa ancora più complicata e grottesca con l’inatteso arrivo del terzo fratello, Jonathan, gangster in fuga dalla polizia che spera di trovare un rifugio sicuro in casa delle zie; con lui – che come se non bastasse ha a sua volta un cadavere da nascondere in cantina, quello del “signor Spenalzo” – c’è anche l’ambiguo dottor Einstein (Peter Lorre), un medico che gli ha praticato una plastica facciale trasformandolo in un sosia di Boris Karloff. Fra tanti shock e pericoli, Mortimer comincia a dubitare anche della propria sanità mentale: con tutti questi pazzi e assassini nella sua famiglia, come potrà vivere tranquillamente con la sua nuova moglie? Tratto dall’omonima commedia di Joseph Kesselring, in scena a Broadway dal 1933 (alcuni degli attori, come le ziette Josephine Hull e Jean Adair e il nipote folle John Alexander, sono gli stessi della versione teatrale), una folle, scatenata ed esilarante black comedy senza un attimo di tregua dall’inizio alla fine: personalmente è il mio preferito fra tutti i film di Frank Capra, paladino del "buonismo" che per una volta si concede un pizzico di irriverenza e di sfida alle convenzioni. Fu girato nel 1941 ma distribuito solo tre anni dopo, quando la versione teatrale aveva ormai lasciato le scene. Anche se l’adattamento dei fratelli Julius e Philip Epstein è ottimo, nel passaggio dal palcoscenico al film si perde un po' di autoreferenzialità: Mortimer, che si scaglia continuamente contro le convenzioni teatrali e la prevedibilità di certi spettacoli, a un certo punto mima una scena di una commedia che ha visto in cui un uomo non si rende conto del pericolo alle sue spalle: esattamente quello che sta accadendo a lui in quel momento; altri personaggi (il poliziotto, il direttore del manicomio) gli sottopongono in continuazione le commedie da loro scritte, per ricevere un parere o un incoraggiamento; e del personaggio di Jonathan si dice che “assomiglia a Boris Karloff”, quando a teatro era interpretato proprio dal protagonista di "Frankenstein" (che purtroppo, impegnato a Broadway, non ebbe il tempo di recitare anche nel film ed è sostituito da Raymond Massey). Straordinario comunque il cast, con note di merito per Cary Grant (espressivo come non mai) e Peter Lorre. Priscilla Lane è la neosposa di Mortimer, Edward Everett Norton è il direttore del manicomio.
4 commenti:
Davvero un gioiellino notevole. Cary Grant è davvero esilarante, mi chiedo come abbia fatto a non vincere mai un oscar o un premio di questo genere, davvero grandissimo!
me lo chiedo anch'io: NEANCHE UNA NOMINATION?????
se la meritavano in molti: Capra, Grant, Lorre ecc
forse perché, in tempo di guerra, i giurati dell'Academy trovavano poco "morale" una storia in cui le candide assassine finiscono sostanzialmente IMPUNITE (vanno in una "casa di riposo" un po' speciale... non all'ergastolo)
Sicuramente all'epoca non era percepito come un "film da Oscar" (qualunque cosa significhi), ma come un "divertissement". Immagino che anche per Capra fosse una specie di vacanza dai soliti suoi film ottimisti.
Grant, grandissimo attore, ha avuto due nomination negli anni quaranta ma non ha mai vinto la statuetta (gli è stato però dato un Oscar onorario nel 1970). Qui è davvero fenomenale, ma il resto del cast (a partire da Lorre e dalle due vecchiette) non sfigura di certo: una prova maestra di recitazione d'insieme!
IL problema di Grant era che faceva sempre la parte dell'uomo normale, non ha mai avuto ruoli di quelli gigioneschi o strappalacrime, che poi invece sono quelli che ti fanno vincere l'oscar di solito. però nella sua rappresentazione dell'uomo normale era davvero un maestro, forse il numero 1.
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