12 febbraio 2012

Super Size Me (M. Spurlock, 2004)

Super Size Me (id.)
di Morgan Spurlock – USA 2004
con Morgan Spurlock, Alexandra Jamieson
*1/2

Visto in TV.

L’obesità è ormai una vera e propria epidemia in molti paesi industrializzati, Stati Uniti in testa. Per dimostrare la dannosità dei cibi grassi e ricchi di zucchero, come quelli serviti dalle grandi catene di fast food, il regista e interprete di questo documentario ha provato a nutrirsi per 30 giorni esclusivamente da McDonald’s, mangiando hamburger e patatine a colazione, pranzo e cena (abbinando il tutto a una completa assenza di esercizio fisico, in modo da “riprodurre” lo stile di vita di molti americani). L’esperimento, condotto sotto stretto controllo medico, rivela quello che in fondo si sapeva già dal principio: mangiando così, si ingrassa e si sta male. C’era davvero bisogno di farci su un film? Realizzata nel periodo in cui alcuni gruppi di consumatori cominciavano a far causa a McDonald’s e soci perché non li avrebbero informati dei danni provocati dal loro cibo, la pellicola intende denunciare gli effetti di una dieta di scarsa qualità, accusare le compagnie alimentari di lanciare campagne pubblicitarie rivolte ai minori per fornire loro un “imprinting” sin dall’infanzia, dare voce agli esperti nutrizionisti che sconsigliano di ingurgitare cibo spazzatura. Ma se il messaggio è giusto e l’argomento importante, lo stile di Spurlock (sulle orme di Michael Moore) è paternalista, retorico, banale, sensazionalista. Non mancano comunque alcuni spunti interessanti (come le riflessioni sul fatto che, mentre negli Stati Uniti è ormai “socialmente accettato” criticare i fumatori, attaccare una scorretta alimentazione – tranne quando riguarda i bambini, con riferimento alle mense scolastiche – è ancora visto come una limitazione della libertà personale). Uno degli effetti della pellicola fu quello di spingere McDonald’s a eliminare il menù “Super Size” dai suoi ristoranti.

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