Scandalo a Filadelfia (G. Cukor, 1940)
Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story)
di George Cukor – USA 1940
con Katharine Hepburn, Cary Grant, James Stewart
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Rivisto in DVD con Giovanni, Rachele, Paola, Eleonora e Ginevra.
Due anni dopo il divorzio dal precedente marito C. K. Dexter Haven (Cary Grant), la bella e ricca ereditiera Tracy Lord (Katherine Hepburn) se lo ritrova in casa proprio alla vigilia delle sue seconde nozze con l'aspirante politico George Kittredge (John Howard). E con lui arriva anche il giornalista Mike Connor (James Stewart), incaricato di realizzare un servizio sulla cerimonia per una rivista scandalistica. Fra un risveglio di fiamma per Dexter, l'insorgere dei primi dubbi su George e la scoperta degli insospettati lati positivi di Mike, Tracy si ritroverà con i sentimenti parecchio confusi e in preda a una crisi personale (tutti la vedono come una "divinità" da adorare a distanza, mentre lei vorrebbe essere amata come un normale essere umano). Capolavoro della commedia sofisticata del periodo d'oro di Hollywood, di cui fonde gli elementi romantici, brillanti e screwball, il film valse a James Stewart il suo unico premio Oscar come miglior attore, oltre a conquistare quello per la sceneggiatura (di Donald Ogden Stewart, da una commedia teatrale di Philip Barry scritta appositamente per la Hepburn). Appartiene a un sottogenere che il filosofo Stanley Cavell, nel suo libro "Alla ricerca della felicità", ha battezzato la commedia del rimatrimonio, particolarmente frequentato dal cinema statunitense negli anni trenta e quaranta (si pensi, fra gli altri, ad "Accadde una notte" di Capra, "La signora del venerdì" di Hawks, "Lady Eva" di Sturges e "La costola di Adamo" dello stesso Cukor): poiché all'epoca il codice Hays proibiva categoricamente di affrontare il tema dell'adulterio, gli sceneggiatori erano obbligati a mettere in scena un divorzio per consentire ai protagonisti di vivere storie sentimentali con altre persone e, infine, di sposarsi nuovamente. Oltre alla regia elegante e alle grandi prove degli attori, proprio la sceneggiatura è il punto di forza della pellicola, perfetta nel caratterizzare i protagonisti (Tracy, altera ed altezzosa ma in realtà fragile e sensibile, punto di riferimento con cui si misurano tutti gli altri personaggi; Mike, che dietro l'atteggiamento cinico e disilluso nasconde un animo da poeta e da gentleman; Dexter, ex alcolizzato, un tempo incapace di venire incontro alle aspettative troppo elevate dell'intransigente Tracy ma ora pronto a ricominciare la relazione su basi nuove e paritarie), nel mettere alla berlina le eccentricità e i difetti dell'alta società, nell'accusare la stampa scandalistica di invadere con mezzi leciti e illeciti la privacy dei personaggi pubblici (settant'anni prima dei tabloid di Murdoch!), nel dare vita a situazioni esilaranti (a partire dal breve e impareggiabile incipit muto con la rottura della mazza da golf di Grant da parte della Hepburn, senza dimenticare l'ubriacatura alla festa e il tuffo notturno in piscina) e soprattutto a dialoghi brillanti e battute memorabili ("Tu sei di gran lunga la tua persona preferita"; "Avrei dovuto restare con te tutta la vita, ma poi il giudice mi ha fatto la grazia"; "Pensavo che gli scrittori bevessero tutti e picchiassero le mogli: una volta anch'io volevo fare lo scrittore"). Prodotto dal futuro regista Joseph L. Mankiewicz, il film rilanciò in particolare la carriera di Katharine Hepburn, reduce da diversi flop al botteghino: fu proprio l'attrice a scegliere come regista George Cukor, che l'aveva già diretta in "Febbre di vivere" e "Piccole donne". Per i ruoli maschili, Grant e Stewart rimpiazzarono all'ultimo momento quelli che erano le prime scelte, ovvero Clark Gable e Spencer Tracy. Da segnalare, nel meraviglioso cast, anche la fotografa Liz Imbrie (Ruth Hussey), i genitori di Tracy (John Halliday e Mary Nash), l'impicciona sorellina Dinah (Virginia Weidler) e il gaudente zio Willie (Roland Young). Rifatto in chiave di musical nel 1956 ("Alta società", con Bing Crosy, Grace Kelly e Frank Sinatra).
3 commenti:
gran bel film
me lo rivedo ogni tanto nel dvd (insieme a HOLIDAY, l'altro capolavoro di K. Hepburn) e, tra le altre star, ammiro l'interpretazione di Virginia Wiedler, che non aveva ancora 14 anni quando cominciarono a girare
Un classico del suo genere, come anche "Incantesimo" del resto! ^^
La Weidler era la tipica attrice-bambina dell'epoca: praticamente ha recitato soltanto fino a 17 anni, per poi ritirarsi dalle scene.
Uno dei miei preferiti, mi piace molto di più questo che il remake con Grace Kelly :)
Ciao, ti faccio gli auguri per l'anno nuovo, Se ti va da me passa a votare il sondaggio
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