3 Idiots (Rajkumar Hirani, 2009)
3 Idiots
di Rajkumar Hirani – India 2009
con Aamir Khan, Kareena Kapoor
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Visto in divx, con Marisa, in originale con sottotitoli.
Il più grande successo di pubblico del cinema indiano recente (vanta a oggi il maggior incasso di sempre per un film di Bollywood) è una pellicola che – dietro la sua natura di commedia "di massa" – non ha soltanto divertito ed emozionato gli spettatori, ma li ha fatti discutere sulle distorsioni di un sistema scolastico (che pure riesce a produrre, soprattutto in campo scientifico e ingegneristico, alcune delle più brillanti menti al mondo) basato sulla competizione, sulla ricerca dell'eccellenza a ogni costo e sulle continue pressioni che vengono esercitate sugli studenti da parte di genitori, insegnanti e della società in generale. Il protagonista Rancho (il super-divo Aamir Khan, già visto in "Lagaan", che qui interpreta un ventenne nonostante i suoi 44 anni), geniale e anticonformista, studia al prestigiosissimo Imperial College of Engineering (ICE) non per conseguire la laurea o per fare carriera in un'importante azienda, ma per il puro gusto di imparare: e durante i movimentati quattro anni di corso (raccontati in una serie di flashback, mentre l'incipit e la conclusione del film si svolgono cinque anni più tardi) riesce a cambiare la vita e le prospettive di compagni e amici, insegnando per esempio a Farhan (R. Madhavan), che studia ingegneria – per cui non è portato – solo per esaudire i desideri del padre, a seguire invece le proprie passioni e le proprie inclinazioni, diventando fotografo naturalista; e a Raju (Sharman Joshi), che studia per sollevare le fortune della sua famiglia povera, a fare affidamento su sé stesso e a vincere le proprie paure anziché affidarsi ad amuleti, superstizioni e aiuti esterni. Esilaranti, in particolare, i continui scontri con il professor "Virus" (Boman Irani), il direttore del college, incapace di riconoscere le vere qualità degli studenti e ostinato nel seguire schemi di insegnamento preconfezionati. A differenza de "L'attimo fuggente", qui è l'allievo ad aprire gli occhi all'insegnante e non il contrario.
Forse la filosofia umanista del film è un po' semplicistica ("Aal izz well", ovvero "tutto va bene", cantano i protagonisti di fronte a ogni difficoltà) e certe sequenze vanno decisamente sopra le righe (quella del parto, per esempio), ma dietro le gag comiche e gli immancabili momenti musicali (i consueti balletti kitsch e colorati, caratteristica di tanti film di Bollywood: molto bella, in particolare, la sequenza "romantica" che mostra l'innamoramento fra Rancho e Pia, la figlia del professor Virus), il film non ha paura di affrontare temi scottanti e delicati come l'alto tasso di suicidi fra gli studenti (pare che in questo campo l'India sia addirittura davanti al Giappone!), lo sfrenato consumismo delle classi sociali più elevate (il fidanzato di Pia che "etichetta" ogni cosa con un prezzo; l'altro compagno Chatur che misura il proprio successo sul valore della macchina o sulla grandezza della casa che è riuscito a comprarsi dopo la laurea) e in generale il mito del successo materiale, che dall'occidente sembra essersi fatto strada anche in una cultura, come quella indiana, che tradizionalmente si basava invece sui valori spirituali (ma anche su rigide gerarchie sociali e sui ruoli familiari). Il divertimento non manca, anche se molte gag non sono nuove ma vengono riciclate da più fonti: dalla barzelletta sulla penna per gli astronauti dello Space Shuttle alla scena del compito d'esame consegnato in ritardo (che proviene da questo spot neozelandese). Splendidi i paesaggi dell'India settentrionale, come il lago fra le montagne del Ladakh dove si conclude il film. Le "invenzioni" che si vedono nella pellicola (dal mini-elicottero con telecamera allo scooter alimentato a farina) sono tutte reali!
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