Il mondo di Apu (Satyajit Ray, 1959)
Il mondo di Apu (Apur sansar)
di Satyajit Ray – India 1959
con Soumitra Chatterjee, Sharmila Tagore
***1/2
Visto in divx, con Marisa, in originale con sottotitoli.
Nella terza parte della "Trilogia di Apu", tratta come le precedenti ("Il lamento sul sentiero" e "L'invitto") da un romanzo autobiografico dello scrittore bengalese Bibhutibhushan Bandopadhyay, ritroviamo Apu Ray – ormai rimasto solo al mondo – in un piccolo appartamento di Calcutta, dove si guadagna da vivere come insegnante e scrittore. Nonostante la povertà, il ragazzo è soddisfatto della propria vita libera e indipendente: ma tutto cambia quando l'amico Pulu lo invita fuori città al matrimonio di una sua cugina. Partito per trascorrere pochi giorni di svago e portandosi dietro solo il suo flauto ("Assomiglia a Krishna", commenta la madre della sposa), tornerà a casa con una moglie, la bella Aparna. Per lei cambierà la propria vita, accetterà un lavoro da impiegato (che in precedenza aveva sempre rifiutato) e vivrà giorni felici fino a quando la donna morirà improvvisamente di parto. Impazzito dal dolore, Apu lascerà casa e impiego, getterà al vento le pagine del romanzo cui stava lavorando e girovagherà per l'India per cinque anni, fino a quando l'incontro con il proprio figlio Kajal gli restituirà interesse per la vita. Il film si conclude con padre e figlio che si apprestano a tornare a Calcutta, ed è lecito immaginare che Apu, una volta in città, ricomincerà a lavorare e probabilmente riscriverà il suo romanzo da capo, ora che ha conosciuto meglio la vita, l'amore e la morte (nella parte iniziale del film, l'amico lo rimproverava di voler scrivere di amore senza aver mai nemmeno conosciuto una ragazza): il suo percorso di formazione è finalmente completo. Degna conclusione di un magnifico trittico cinematografico, particolarmente amato da registi come Martin Scorsese e Jean-Luc Godard, "Il mondo di Apu" mantiene elementi e caratteristiche dei due film precedenti (la grande umanità dei personaggi; le improvvise tragedie che funestano la vita di Apu: dopo la morte dei genitori e della sorella, qui è la volta della moglie; la suggestiva colonna sonora di Ravi Shankar; la bella fotografia in bianco e nero che illustra squarci di un'India povera ma ricca di fascino, dalle città ai villaggi di campagna) ed è ricco di memorabili episodi, a partire da quello del matrimonio (che sembra destinato ad andare all'aria per la scoperta che "il marito è pazzo" e che, nel giro di pochi minuti, vede Apu prendere la decisione di sostituire lo sposo e di cambiare il proprio destino). Nelle sequenze che illustrano la vita della giovane coppia a Calcutta, il regista dovette fare i conti con i dettami dell'epoca che proibivano di mostrare sullo schermo baci e abbracci. Intensa l'interpretazione del protagonista Soumitra Chatterjee, notevole quella della quattordicenne Sharmila Tagore (entrambi al loro esordio), e splendido anche il piccolo Alok Chakravarty, che interpreta il figlio di Apu.
2 commenti:
Un film che rimane nel cuore, a conferma che le vere storie d'amore non hanno bisogno di mostrare al pubblico la loro intimità e che l'amore arriva dalle vie più inaspettate, quando si è pronti.
Infatti, come - secondo la filofofia indiana - il maestro arriva quando l'allievo è pronto, così è anche per l'amore, ma altrettanto misteriosamente può essere tolto ed è la prova più difficile dell'impermanenza di ogni cosa.
Questo terzo film è, forse ancora più degli altri due, permeato da questa filosofia. In un attimo si può guadagnare o perdere tutto, ma la vita va avanti.
Posta un commento