Strategia del ragno (B. Bertolucci, 1970)
Strategia del ragno
di Bernardo Bertolucci – Italia 1970
con Giulio Brogi, Alida Valli
***1/2
Visto in divx alla Fogona, con Marisa.
In un'assolata estate, il giovane Athos Magnani fa ritorno a Tara, il paesino della "Bassa" padana dove suo padre (che portava il suo stesso nome) è morto da eroe antifascista prima che lui nascesse, ucciso a tradimento nel 1936 da un sicario di cui l'identità è sempre rimasta ignota. Il borgo, isolato dal mondo, vive su ritmi tutti suoi e nel ricordo del suo unico eroe, cui sono intitolate strade e monumenti; ma Draifa, la sua vecchia amante, è convinta che l'assassino viva ancora fra la gente del posto e chiede ad Athos di indagare, a costo di togliere la polvere dagli scheletri del passato e di scoprire che la verità ha anche un lato oscuro e ambiguo. Liberamente tratto da un racconto di Borges ("Tema del traditore e dell'eroe", da "L'aleph"), questo affascinante lungometraggio ha sicuramente come punto di forza l'ambientazione: un paese pigro e vuoto, reso ancor più desolato dalla calura estiva, che vive nel passato ("Ma non ci sono giovani in questo paese?", si chiede Athos) e nella memoria, dove ognuno custodisce gelosamente segreti e misteri, fra sagre rurali, l'onnipresente musica di Verdi, il culatello e la trippa, il vino, le biciclette, i giochi dei bambini: è lo stesso scenario che in seguito, spogliandolo in parte dall'atmosfera sospesa e surreale, Pupi Avati virerà in chiave horror con "La casa delle finestre che ridono", ma che qui – dietro la patina del giallo – prefigura in parte "Novecento", benché su scala ridotta (l'insignificanza di Tara all'interno delle dinamiche globali si rivela tutta nel finale, quando le erbacce sui binari del treno suggeriscono la scarsa frequenza con cui il paese è collegato al resto del mondo). Il cast comprende anche Pippo Campanini, Franco Giovannelli e Tino Scotti nei panni dei tre vecchi amici del padre di Athos: il loro piano di assassinare Mussolini mentre si trova a teatro ad assistere al "Rigoletto" mi ha fatto pensare alla scena clou di "Bastardi senza gloria" di Tarantino, in cui si progetta di uccidere Hitler mentre è al cinema. In ogni caso, il film è visivamente splendido: notevole, in particolare, la qualità pittorica delle scenografie (gli scorci delle vie e delle case rimandano a De Chirico, mentre i titoli di testa scorrono su immagini di opere di Ligabue). Il film è stato girato a Sabbioneta: Tara, nome di fantasia, era quello della piantagione di Rossella O'Hara in "Via col vento".
7 commenti:
Tara è un nome irlandese, il racconto di Borges parlava di eventi legati all'IRA (ci sono famosi canzoni irlandesi su Tara), e in questo Bertolucci è rimasto fedele al racconto (anche gli altri nomi, direi).
Un capolavoro, l'ho rivisto poche settimane fa.
Tutto torna! ^^
Lo so che affermazioni simili sono molto riduttive ma ritengo Strategia del ragno il miglior film di Bertolucci. Mi piace soprattutto come gioca col tempo come se esistesse un'unica realtà temporale.
Anche a me è piaciuto moltissimo e potrei anche essere d'accordo con te: se non il migliore, sicuramente è fra i migliori! La scelta di aver fatto intrepretare i ruoli del padre e del figlio allo stesso attore si inserisce nel discorso che fai sul legame fra passato e presente.
Sì, è sicuramente uno dei film più intriganti e riusciti di Bertolucci.
Peccato che quasi nessuno se lo ricordi e si continuino ad idealizzare i tranquilli paesini dove tutti si vogliono bene, si mangia e si beve bene,si canta nelle piazze, ecc...
E degli eroi, cosa dire?
E' vera gloria?
Sono stato due volte a Sabbioneta d'estate: una città di morti di sonno. Ti posso dire che ha scelto il posto giusto. Il film l'ho visto ed ho anche letto il racconto di B., ma nessuno dei due mi fece una grande impressione.
Mi è venuto in mente che la seconda volta che ci sono stato insieme al biglietto d'ingresso per il palazzo-giardino del pricipe potevi sceglierti anche una bel cocomero! Cmq dati i commenti entusiasti lo rivedrò
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