La splendida spada Bijomaru (K. Mizoguchi, 1945)
La splendida spada Bijomaru (Meito Bijomaru)
di Kenji Mizoguchi – Giappone 1945
con Shotaro Hayanagi, Isuzu Yamada
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Visto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli inglesi.
È il terzo dei film di samurai diretti un po' controvoglia da Mizoguchi durante la guerra (gli altri due sono "La vendetta dei quarantasette ronin" e "Miyamoto Musashi"): come spiegherà lo stesso regista, a quei tempi "si poteva girare solo questo genere di opere". La vicenda è ambientata verso la fine dell'era Tokugawa, nel pieno delle tensioni fra lo shogunato e i ribelli favorevoli alla restaurazione del potere imperiale. Il protagonista è Kiyone, fabbro al servizio del samurai Onoda Kozaemon, di cui è quasi un figlio adottivo e della cui figlia Sasae è innamorato. Quando la spada del suo signore, da lui forgiata, si spezza durante un combattimento facendolo cadere in disgrazia agli occhi dello shogun, Kiyone medita dapprima il suicidio (ma è trattenuto da Sasae) e poi si dà al bere. Dopo la morte di Onoda, ucciso a tradimento dal nobile Naito al quale l'uomo aveva rifiutato la mano della figlia, il fabbro troverà però lo stimolo e la forza per forgiare una spada invicibile, con la quale proprio Sasae vendicherà il padre sconfiggendo Naito in duello. Pur non essendo certo da annoverare fra i capolavori di Mizoguchi (e che non sia una pellicola "personale" e sentita lo dimostra l'insolito, per il regista, lieto fine a sfondo romantico), il film offre comunque alcuni buoni momenti, come la suggestiva scena dell'incontro fra Kiyone e Sasae sotto il chiaro di luna e soprattutto quella della forgiatura della spada, quando all'assistente del fabbro, stremato nella battitura dell'acciaio, si sostituisce (anche se solo in spirito, per mezzo di una sovrimpressione sulla pellicola) proprio la ragazza: un'idea che sarà ripresa – sul piano sonoro anziché visivo – nel finale de "I racconti della luna pallida d'agosto".
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