Volevo solo dormirle addosso (E. Cappuccio, 2004)
Volevo solo dormirle addosso
di Eugenio Cappuccio – Italia 2004
con Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi
**1/2
Visto in divx alla Fogona, con Eva, Alberto, Katiuscia e Alessandro.
A Marco Pressi, giovane e rampante manager addetto alla selezione e alla formazione del personale delle sede italiana di una multinazionale, viene assegnato un incarico di tipo ben diverso: trasformarsi in un "tagliatore di teste". Riceverà infatti una promozione e un congruo bonus se riuscirà a ridimensionare drasticamente le cosiddette "risorse umane" della ditta dove lavora (il cui motto, ironicamente, è "People first"), venendo così incontro alle pressanti richieste della casa madre in un momento di crisi. In poche parole, dovrà licenziare il 30% dei dipendenti (25 persone in tutto) entro pochi mesi, convincendoli ad andare in pensione anticipatamente o a dimettersi, il tutto senza innervosire i sindacati o creare un clima ostile in azienda. Man mano che procederà verso il suo obiettivo (anzi, il "target", come viene chiamato), il suo mondo di valori entrerà in crisi, così come il rapporto con la fidanzata, che da lui pretende qualcosa in più di passare semplicemente insieme la notte (da cui il titolo). Realizzato quando la crisi delle dot-dom aveva già fatto esplodere la bolla speculativa, il film appare oggi – alla luce della crisi economica del biennio appena trascorso – ancora più profetico e incisivo, al punto che sembra lecito perdonargli certe banalità nella costruzione dei personaggi, poco più che macchiette o stereotipi, e l'utilizzo semplicistico dell'ambientazione lombarda. A salvarlo è infatti il soggetto, sicuramente originale, e soprattutto l'efficace ritratto di un ambiente freddo, ipocrita e spersonalizzato, con manager che usano un linguaggio composto da un misto di frasi fatte, termini in inglese e formule svuotate di ogni significato originario (il tormentone "Ti stimo molto", l'invenzione più geniale del film, è usato da Marco come saluto universale, anche quando si rivolge alla madre, agli amici o alla fidanzata), e dove anche le relazioni sentimentali e sessuali sembrano derubricate a livello di merci. Il regista si era fatto notare per il suo film d'esordio, "Il caricatore", diretto insieme a Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata.
4 commenti:
Ti stimo molto christian
ne avevo sentito parlare, ma sono molto razzista verso i film italiani, dici che merita quindi?
Marco: Grazie, era il mio target.
Lakehurst: In realtà non è niente di che. Però nel genere "aziendalista" non è male. Se proprio sei a digiuno di film italiani recenti, buttati semmai su Garrone e Sorrentino, oppure su piccoli gioiellini come "Non pensarci", "Pranzo di ferragosto" o, per allontanarci dalla commedia, "Il passato è una terra straniera".
ecco, proprio garrone e sorrentino sono quelli che mi hanno fatto tornare all'ovile, ora devo recuperare dell'altro però. di Non pensarci ho letto solo del bene, mi sa che mi tocca vederlo
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