
I predatori dell'arca perduta (Raiders of the lost ark)
di Steven Spielberg – USA 1981
con Harrison Ford, Karen Allen
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Rivisto in DVD, con Hiromi.
Nel 1936 l'archeologo Indiana Jones (Harrison Ford) si reca in Egitto alla ricerca dell'arca dell'alleanza, il leggendario reperto che ha contenuto le tavole dei dieci comandamenti e che fa gola anche ai nazisti per via dei suoi (supposti) poteri soprannaturali. Un film fondamentale nel rinnovare gli stilemi del cinema di avventura, pur guardando al passato e rifacendosi direttamente ai fumetti e alle riviste pulp degli anni trenta (non a caso la grafica del titolo sui manifesti richiama il logo di riviste quali "Amazing stories"). Tratto da una storia di George Lucas sceneggiata da Lawrence Kasdan, ha dato vita a un personaggio talmente popolare da diventare protagonista di altri due film (e un quarto è in arrivo fra pochi mesi), di una serie televisiva, di numerosi videogiochi e soprattutto di innumerevoli imitazioni e parodie non solo cinematografiche. Gli elementi che lo caratterizzano visivamente (compreso il cappello e la frusta) lo rendono probabilmente uno dei character più riconoscibili della storia del cinema. E pensare che a interpretarlo non sarebbe dovuto essere Ford, bensì Tom Selleck, che rifiutò la parte perché troppo impegnato con le riprese del telefilm "Magnum P.I.". Spielberg fonde alla perfezione avventura e azione, ritmo e humour, inseguimenti e acrobazie, il fascino del mistero soprannaturale e quello della storia, cambiando anche più registri stilistici: il professor Jones si trasforma da compassato accademico in un vero e proprio avventuriero (come dimostra subito la bella sequenza iniziale dell'idolo nella giungla), protagonista di sequenze che recuperano l'ingenuità dei bei tempi andati (la sfera di roccia che gli rotola dietro, citazione da una storia di Carl Barks), di meravigliosi momenti umoristici (il nemico con la scimitarra nel mercato al Cairo o la gruccia appendiabiti del nazista), di episodi da brivido (i serpenti nel pozzo delle anime, autentici perché all'epoca non si parlava ancora di CGI, e naturalmente l'apertura dell'arca), di tesissime scene d'azione (l'inseguimento sul camion) e di battute memorabili ("Non sono gli anni... sono i chilometri!"). Fra i comprimari, oltre alla bella Karen Allen, sono da segnalare John "Gimli" Rhys-Davies, Denholm Elliott e un debuttante Alfred Molina ("Adios, imbecille!"). Degna di menzione anche la colonna sonora di John Williams e indimenticabile tanto l'incipit, con il vecchio logo della Paramount che si trasforma in un'autentica montagna (giochino che sarà ripetuto nei capitoli successivi), quanto il finale, con l'immenso magazzino di scatoloni (un omaggio a "Quarto potere"). Nei piani iniziali avrebbe dovuto trattarsi di una pellicola a basso budget, praticamente un B-movie, ma naturalmente Lucas e Spielberg si fecero prendere la mano. Il film è stato poi rieditato con il titolo "Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta", per coerenza con i capitoli successivi. Il nome Indiana era quello del cane di George Lucas, mentre il cognome Jones sarebbe stato scelto il giorno stesso dell'inizio delle riprese: in origine il personaggio avrebbe dovuto chiamarsi Indiana Smith. Una curiosità personale: ricordo ancora la campagna di lancio del film (avevo undici anni), con il claim "Il ritorno della grande avventura" sui manifesti che mi aveva fatto erroneamente pensare che si trattasse di un seguito del film "La grande avventura" di Stewart Raffill.