L'uomo che fuggì dal futuro (G. Lucas, 1971)
L'uomo che fuggì dal futuro (THX 1138)
di George Lucas – USA 1971
con Robert Duvall, Donald Pleasance
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Visto in DVD.
Per il suo primo film, prodotto da Francis Ford Coppola, Lucas ha rielaborato un cortometraggio che aveva presentato come lavoro finale alla scuola di cinema che frequentava. Si tratta di un tipico rappresentante di quel genere di fantascienza sociale che descrive società future oppressive e meccanicizzate, eredi di 1984 e del "Grande Fratello" di Orwell. Gli uomini, che vivono sottoterra in un ambiente asettico e claustrofobico dove tutti vestono di bianco, non hanno un nome ma solo una sigla (THX 1138 è quella del protagonista, LUH 3417 quella della sua compagna) e vengono mantenuti sotto controllo sin dall'infanzia mediante l'assunzione obbligata di droghe e sedativi. Le videocamere e i sorveglianti sono dappertutto, mentre l'ordine è mantenuto da poliziotti robotici. Ogni individuo è al servizio della produzione e delle "masse", l'amore e le emozioni sono bandite, il sesso – se non strettamente regolamentato – è illegale, mentre la televisione 3D trasmette catartiche scene di violenza e le numerose cappelle offrono ai "fedeli" un conforto preregistrato e sempre uguale. Freddo, monotono e un po' pallosetto, il film non mi ha molto impressionato: i personaggi (per esigenze di trama, certo) non sono quasi caratterizzati, mentre i dialoghi si limitano a infiniti elenchi di numeri, codici e procedure tecniche per sottolineare la disumanizzazione della società. La prigione nella quale viene rinchiuso THX rimane però impressa, un immenso spazio bianco privo di qualsiasi cosa, come la Dimensione Delta di Romano Scarpa. Qualche anno fa avevo anche letto il libro (versione Urania) che Ben Bova aveva tratto dal film, e mi era piaciuto di più.
7 commenti:
In effetti questo film e' proprio uno strazio. La piu' curiosa rappresentazione del niente, l'ho vista recentemente in "Nothing" di Vincenzo Natali.
Non lo visto, ma dopotutto già in "Cube" Natali aveva mostrato di essere interessato alla rappresentazione scenografica dello spazio...
Pare sia un film sconosciuto in Italia. E' pittosto interessante, con una introduzione iniziale accattivante e uno svolgimento della trama tipo romanzo Urania comico alla Ron Goulart. A mio avviso Natali e' un regista da tenere d'occhio, fa delle cose molto particolari, per quanto abbia il fiato corto dietro ai mezzi economici e di talento di Nolan.
Non conoscevo questo film! Appena letto il titolo ho sospettato che la sigla "THX" del sistema audio a cui Lucas ha contribuito fosse connessa al titolo e una ricerca su IMBD me ne ha dato conferma! In più si ritrovano cenni del numero 1138 in tante altre produzioni tra cui addiritura il mitico Zac MacKracken!
Anche nel primo "Guerre Stellari". Quando Han Solo si introduce nella Morte Nera mascherato da soldato imperiale per liberare Leia, dice "trasferimento prigioniero dalla cella uno uno tre otto!"
cosa mi tocca sentire...
Leggere, semmai...
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