5 novembre 2006

V per vendetta (J. McTeigue, 2005)

V per vendetta (V for Vendetta)
di James McTeigue – USA 2005
con Natalie Portman, Hugo Weaving
**1/2

Visto in DVD, con Martin.

Remember, remember the Fifth of November…”: comincia così una filastrocca per bambini, celebre nel Regno Unito e nei paesi anglosassoni, che ricorda il ‘giorno delle polveri’, il 5 novembre 1605, quando l’anarchico Guy Fawkes tentò di far saltare il aria il parlamento britannico con l’esplosivo. A lui si ispira il misterioso protagonista di questo film tratto da uno dei più celebri fumetti scritti dal grande Alan Moore, ambientato in un futuro prossimo e parallelo in cui una dittatura fascista, religiosa e omofobica si è impadronita della Gran Bretagna. Quando era uscito al cinema non ero riuscito a vederlo, e l'ho recuperato solo adesso in DVD. Per una curiosa coincidenza, poi, l'ho visto proprio il 5 novembre. Che dire? Le aspettative per una cocente delusione c'erano tutte: 1) i fratelli Wachowski come sceneggiatori e produttori; 2) Alan Moore che chiede persino di non essere citato nei titoli (compare soltanto la dicitura "dal fumetto illustrato da David Lloyd"); 3) il fatto che gli altri film tratti da opere dello "zio" fossero schifezze (nel peggiore dei casi: "La leggenda degli uomini straordinari") o versioni molto banalizzate (nel migliore: "From Hell"). E invece non mi è poi dispiaciuto. Come film funziona bene, e fortunatamente la voce che avevo sentito sui cambiamenti alla trama (e cioè che la dittatura in Inghilterra fosse dovuta a un mondo parallelo nel quale la Germania aveva vinto la guerra: come a dire, non siamo stati noi a fare del male a noi stessi, sono stati gli altri, "i cattivi", a toglierci la libertà) si è rivelata infondata. Pur con una regia non troppo brillante, il film tratta di concetti sociopolitici piuttosto delicati in maniera tutto sommato convincente, e a tratti si ha l'impressione che sia qualcosa di più che non l'ennesima rilettura di Orwell e di un mondo sconvolto da una dittatura oppressiva con annesso controllo mass-mediatico. Certo, le scene migliori sono quelle prese di sana pianta dal fumetto (per esempio, tutta la sequenza della finta prigionia di Evey), ma tutto sommato il personaggio di V è stato reso bene (la voce, nella versione originale, è di Hugo Weaving), anche se a tratti sembra un supereroe come Batman. Forse solo il finale, così americano e “democratico”, lascia qualche perplessità. Interessanti i rimandi interni (V come Edmond Dantès, la lettera V e il numero 5…), anche se rispetto al fumetto di Moore sono più banali ed espliciti. Molto brava la Portman, soprattutto in versione “dura” e rasata. Buono il cast di contorno, con volti noti come Stephen Rea (il poliziotto Finch), Stephen Fry (il comico televisivo Gordon) e John Hurt (il dittatore Sutler).

5 commenti:

Unknown ha detto...

"Remember remember the Fifth of November"

La dittatura è parte di un passato recente, perfino attuale per alcuni paesi del mondo, che l'incubo del Grande Fratello non si è mai spento del tutto.
V per vendetta è un film che immagina un futuro di sottomissione, dove la verità passa al varo del governo e la libertà non includere la parola dissenso. Provate a immaginare un'isola come la Gran Bretagna minacciata da un virus letale che dissemina il panico e l'orrore; immaginate un partito che accusi le minoranze etniche come fautori di alcune stragi e si elegga come unico protettore della nazione in grado di ristabilire lo status quo.
La domanda che il film si pone è: Se vi trovaste nello scenario cupo e senza speranza di un mondo non troppo lontano dai vostri incubi peggiori, cosa vi aspettereste? La risposta del film è Guy Fawkes (il cospiratore che combattè il re Giacomo I, re intollerante nei riguardi della Chiesa cattolica, e venne catturato con 36 barili di polvere da sparo prima di poter mettere a segno l'attentato al Parlamento di Londra il 5 novembre del 1605) o meglio V, l'uomo mascherato, che combattendo i nuovi tiranni vuole portare a termine l'antico sogno di Guy Fawkes per restitire la speranza al suo popolo con la forza delle idee. Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo e V da appuntamento al suo popolo a un anno dal suo primo attentato. E in questo anno destinato a far luce su molti intrighi politici in molti saranno a rispondere all'appello di V e fra questi la bella Evey Hammond (alias Natalie Portman) destinata ad accogliere totalmente il desiderio del vendicatore mascherato.
Evento speciale dell'edizione 2006 del Festival di Berlino il film di James McTeigue prende vita dalle vignette del disegnatore David Lloyd (non accreditato dalla produzione per motivi legali) e assume i connotati tipici di un action movie fantapolitico, dark e romantico: un eroe sfortunato e innamorato, atmosfere cupe come già detto e dialoghi avolte eccessivi e incomprensibili. Pecca un pò di manierismo, ma è intelligente perchè affronta a viso aperto (perdona l'ironico contrasto con l'immagine del protagonista) la questione del terrorismo e del senso di giustizia che ne si può trarre. Per quanto non sempre la critica l'abbia apprezzato resta un film bello e assolutamente imperdibile per chi apprezza i fratelli Wachowski (Matrix per intenderci).

Anonimo ha detto...

Per me e' un film pessimo e il mio giudizio, come sapete sempre attento ed equilibrato, e' qui totalmente negativo. L'unica scena bella e' quando finalmente V sale sul treno e (non dico cosa fa) cosi' ci liberiamo una volta per tutte della sua affettata abnorme noiosita'. Per non menzionare ovviamente gli entusiasmanti titoli di coda che mi hanno dato una gioia irrefrenabile.

Jean Jacques ha detto...

Per me un film davvero insulso. Orribile da quasi ogni punto di vista, merita solo una grossa, clamorosa stroncatura.

PS: scusa gli eccessivi commenti, ma ho scoperto ora il tuo blog e mi sta piacendo molto!

Christian ha detto...

Secondo me, invece, fra tutti i film tratti da opere di Alan Moore, questo è l'unico che almeno tenta di dare vita a qualcosa di buono a prescidere dal materiale di partenza. Poi, siamo d'accordo che ha i suoi difetti e che è senza dubbio sopravvalutato da chi non conosce il fumetto originale, ma rispetto ai pessimi "From Hell" e "La leggenda degli uomini straordinari" (che banalizzano il concept) e a "Watchmen" (che invece è fedele, ma non aggiunge nulla a ciò che già c'era), almeno questo ha una sua visione e una sua ragion d'essere. Può piacere o non piacere, ma per me è questo il modo in cui va fatto un adattamento...

PS: Nessun problema per i tanti commenti, anzi! ^^

Jean Jacques ha detto...

Il problema è che quando dice qualcosa diventa ovvio, banale e contraddittorio - vedi la scena della prigionia, è quasi nonsense.
"Watchmen" [a detta dello stesso Moore, la 'meno peggio delle trasposizioni'] non diceva nulla di nuovo, ma se non altro era coerente. E non aveva certe voragini di script.