30 maggio 2015

Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015)

Mad Max: Fury Road (id.)
di George Miller – Australia/USA 2015
con Tom Hardy, Charlize Theron
***1/2

Visto al cinema Orfeo, con Monica e altra gente.

A distanza di trent'anni, George Miller torna sorprendentemente al personaggio con cui aveva esordito, sfornando un quarto capitolo della saga che surclassa tutti i precedenti (nonché buona parte dell'odierno cinema hollywoodiano d'azione) per adrenalina, intrattenimento, energia e ritmo, il tutto senza sacrificare i personaggi e le loro motivazioni. Praticamente il regista ha preso il "pezzo forte" dei lungometraggi antecedenti (ovvero gli inseguimenti finali, che occupavano i 20-30 minuti conclusivi dei film del 1981 e del 1985) e lo ha esteso per l'intera durata della pellicola, realizzando un manifesto del cinema d'azione che consiste essenzialmente in una corsa continua e forsennata nel deserto con inseguimenti e battaglie senza esclusione di colpi, senza un attimo di tregua e senza tempi morti. L'ambientazione post-apocalittica, barbarica e violenta che ha sempre contraddistinto la saga (con tanto di personaggi sopra le righe, ma caratterizzati alla perfezione con pochissimi tocchi di scrittura) fa il resto: e il divertimento non manca, anche perché la sceneggiatura mette da parte ogni tipo di zavorra concettuale e ideologica (il politically correct, per esempio: qui non c'è scampo per nessuno, e nemmeno donne incinte, bambini o vecchiette possono dirsi al sicuro) per concentrarsi sull'azione sfrenata e su una trama, come al solito, semplicissima ma coinvolgente e che va dritta al punto. Nel ruolo del protagonista, l'ex poliziotto Max Rockatansky divenuto vagabondo che lotta per la propria sopravvivenza ma che, in un modo o nell'altro, si trasforma sempre in un eroe riluttante destinato a salvare gli altri (e ad allontanarsi nel finale dopo averlo fatto, come se per lui non ci possa essere mai un luogo dove fermarsi e riposare: un perfetto "eroe senza nome" da film western, insomma), non c'è più Mel Gibson (ormai "troppo vecchio" per la parte) ma un azzeccato Tom Hardy, che fra l'altro era già stato protagonista di un altro film interamente on the road, ovvero il bellissimo "Locke". Il suo Max, taciturno e individualista come sempre, è ancora più "pazzo" di quello di Gibson, giustificando ad un ulteriore livello il suo soprannome: "sente le voci" e ha improvvise visioni di coloro che ha amato e non ha potuto salvare, lampi che alludono al suo passato (per chi ha visto i film precedenti) ma che non appesantiscono il personaggio, o la sua vicenda, per i neofiti (come tutti i film della saga, anche questo è perfettamente godibile da solo; la continuity della serie sembra azzerarsi ogni volta: qui all'inizio, per breve tempo, Max ha addirittura nuovamente la sua V8 Interceptor).

Se Max non è mai stato così "Mad" (persino all'interno di un mondo ancora più folle di lui), al suo fianco c'è una strepitosa Charlize Theron, forse nel ruolo finora più convincente della sua carriera, nei panni di Furiosa: al tempo stesso violenta guerriera e fragile donna in cerca di redenzione, di un rifugio e (lo si capisce dallo sguardo) di amore. Proprio lei mette in moto la vicenda quando fugge dalla Cittadella governata dall'anziano tiranno-patriarca Immortan Joe, portando via con sé (a bordo di una "blindo-cisterna") le sue cinque concubine, con l'intenzione di attraversare il deserto in cerca di una vita migliore. Joe scatena tutte le sue truppe all'inseguimento, composte in gran parte dai suoi "figli di guerra", giovani emi-vita che si lanciano incontro alla morte con il sorriso (cromato!) sulle labbra, pronti all'appuntamento con il Valhalla (e fra questi rimane memorabile Nux, interpretato da un eccellente Nicholas Hoult, vero e proprio terzo protagonista della storia). Nella lotta è naturalmente coinvolto anche il nostro Max, che non tarderà a mettersi dalla parte delle fuggitive. La sequela di corse, inseguimenti, scontri e battaglie procede senza soluzione di continuità dall'inizio alla fine del film, con non pochi colpi di scena che sarebbe un peccato anticipare. Mai come in questo caso, comunque, la forma e il contenuto si fondono, con la prima in grado di veicolare il secondo (che non è assente, attenzione). A questo proposito, fondamentale e spettacolare l'estetica della pellicola, con una fotografia che sfrutta fino in fondo la tavolozza di colori digitali (il giallo e il rosso del deserto, il blu della notte) per mettere in scena un mondo di sabbia, sangue, ferro e fuoco, e un montaggio che si nutre del turbinio di motori rombanti e ruote fumanti, mentre i personaggi si battono con armi di ogni tipo, dai fucili ai pugnali, dagli arpioni alle catene, senza lasciare la presa sui volanti a forma di teschio. Come dicevo, memorabili tutti i personaggi, anche quelli minori, i cattivi in caccia come le vecchiette motorizzate; e in mezzo a tanti barbari mostruosi e deformi, l'aspetto angelico delle cinque mogli di Joe è incredibilmente straniante: per la cronaca, si tratta delle modelle Rosie Huntington-Whiteley, Zoë Kravitz (figlia di Lenny), Riley Keough (nipote di Elvis Presley), Abbey Lee Kershaw e Courtney Eaton. Fra le figure più kitsch, merita però una menzione il chitarrista che accompagna gli inseguitori, fornendo loro una colonna sonora diegetica a base di hard rock (ma nella soundtrack, per inciso, c'è anche il "Dies irae" dal Requiem di Verdi). Grande successo di critica e di pubblico, e strada sicuramente spianata per ulteriori sequel.

6 commenti:

James Ford ha detto...

Concordo in tutto e per tutto.
Miller ha tirato fuori dal cilindro un vero miracolo, ed un concentrato di ritmo d'altri tempi.

Christian ha detto...

E ha dimostrato a molti registi più giovani di lui come si gira un vero film d'azione!

Ismaele ha detto...

bellissimo :)

quando esci dal cinema sai che sono state le due ore più memorabili della giornata (tranne rare eccezioni)

Christian ha detto...

Fossero tutti così i blockbuster hollywoodiani! ^^
(forse non a caso questo non viene dagli Stati Uniti ma dall'Australia...)

Christian ha detto...

Aggiornamento Oscar: ben dieci nomination per "Mad Max: Fury Road", comprese quelle per il miglior film e la migliore regia. Meritatissime, ma chi l'avrebbe mai detto? ^^

Christian ha detto...

Aggiornamento Oscar: con sei statuette, "Mad Max: Fury Road" è risultato il film più premiato a questa edizione degli Academy Award. Peccato solo che siano tutti premi "tecnici": montaggio, scenografie, sonoro, montaggio sonoro, trucco e costumi. A mio parere meritava quello più importante, ovvero per il miglior film dell'anno. Ma probabilmente l'Academy non ha avuto il coraggio di assegnarlo, per la prima volta, a un film d'azione.