13 febbraio 2012

I ragazzi della 56a strada (F. Coppola, 1983)

I ragazzi della 56a strada (The Outsiders)
di Francis Ford Coppola – USA 1983
con C. Thomas Howell, Matt Dillon
**1/2

Visto in VHS, con Marisa.

Nella cittadina di Tulsa, in Oklahoma, l'odio e la rivalità dividono la banda dei "greasers" (i ragazzi dei bassifondi) e quella dei "social" (i rampolli di buona famiglia). Quando il quattordicenne Ponyboy (C. Thomas Howell) e il suo amico sedicenne Johnny (Ralph Macchio) uccidono un rivale che li aveva aggrediti, sono costretti a rifugiarsi per qualche giorno in una chiesa abbandonata in campagna. Dopo aver salvato eroicamente alcuni bambini da un edificio in fiamme, torneranno in città per uno scontro risolutore con la banda nemica: ma la morte di Johnny spingerà l'amico Dallas (Matt Dillon) verso l'autodistruzione. Tratto da un romanzo della scrittrice Susan E. Hinton e ambientato negli anni sessanta, è un film che a livello di trama non sembra aggiungere molto a quello che già altre pellicole (da "Gioventù bruciata" a "West Side Story") avevano detto sull'argomento, anche se Coppola ci innesta alcune sequenze poeticamente significative (come la scena in cui Ponyboy e Johnny ammirano il tramonto e la bellezza della natura, riflettendo sul valore della gioventù attraverso i versi di Robert Frost). Oltre che su una regia stilizzata, su una fotografia espressionista e dai colori accesi, su inquadrature e caratterizzazioni da teen movie (si veda tutta la prima parte, ambientata al drive in), può contare su un nutrito cast di giovani promesse (molte delle quali faranno carriera: Patrick Swayze, Tom Cruise, Emilio Estevez, Rob Lowe, Diane Lane) e di guest star (Tom Waits, la stessa Susan Hinton). Reduce dal flop del suo film precedente, "Un sogno lungo un giorno", Coppola decise di realizzare la pellicola su suggerimento degli studenti di una scuola media che lo avevano letto in classe. Durante la lavorazione, stese – insieme alla Hinton – la sceneggiatura di un altro film da girare negli stessi luoghi, con la stessa troupe e parte dello stesso cast: il più sperimentale e meno commerciale "Rusty il selvaggio", uscito nello stesso anno e che con questo forma un dittico sui temi del disagio esistenziale e della delinquenza giovanile. Nella colonna sonora di Carmine Coppola (padre del regista), spicca la canzone "Stay Gold", cantata da Stevie Wonder. Nella riedizione del 2005 (che presenta molte scene aggiunte o modificate), gran parte della musica è stata sostituita con canzoni degli anni sessanta (di Elvis Presley e altri). Senza senso il titolo italiano, che sembra collocare la vicenda a New York.

4 commenti:

Lakehurst ha detto...

anche qui, secondo me, c'è tanto del cinema americano anni '30 e '40, da Sirk a Fleming (ci sono alcune sequenze in controluce con il tramonto che mi hanno ricordato direttamente Via col vento)

Christian ha detto...

"Via col vento" è addirittura citato esplicitamente, visto che è proprio il libro che il protagonista legge...

curiositizen ha detto...

Ho quasi paura a rivederlo (a parte che il dvd italiano manco esiste...). E' uno di quei film che ho amato quando ero adolescente ma che, visto ora, mi sa che perde molto del suo smalto. O no? Il cast comunque è davvero fenomenale! ciao, c

Christian ha detto...

No, ha ancora il suo fascino (Coppola è sempre Coppola), anche se a mio avviso è un film un pochino sopravvalutato. "Rusty il selvaggio" è senza dubbio più interessante...