23 novembre 2016

La locanda della felicità (Zhang Yimou, 2002)

La locanda della felicità (Xìngfu shiguang, aka Happy times)
di Zhang Yimou – Cina 2002
con Zhao Benshan, Dong Jie
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Rivisto in DVD.

L'attempato e spiantato Zhao, alla ricerca di una moglie, fa credere a una donna (Lifan Dong) di essere il direttore di un importante albergo: in realtà si tratta di un vecchio autobus abbandonato in un parco pubblico, che lui e l'amico Li hanno sistemato e ridipinto per offrire alle coppiette del parco un rifugio in cui "appartarsi". La donna accetta la sua corte, ma nel frattempo gli chiede di trovare un lavoro per la figliastra cieca Wu Ying, di cui vorrebbe sbarazzarsi. E Zhao, approfittando della sua cecità, la "assume" come massaggiatrice: peccato che la "sala massaggi" sia un ambiente fasullo, ricostruito nel capannone abbandonato di una vecchia fabbrica, e che i clienti della ragazza siano i suoi amici pensionati, che si presentano a turno e la pagano (dopo che Zhao ha finito i soldi) con pezzi di carta straccia. Naturalmente Wu Ying si accorge ben presto dell'inganno, ma anche lei continua a recitare la propria parte, per la felicità di tutti... Ispirata a un racconto di Mo Yan, una commedia con cui Zhang (dopo "Keep Cool") continua a raccontare la Cina contemporanea e le sue contraddizioni. Ma gli mancano l'incisività, la coerenza e la cattiveria necessaria: il risultato è leggero e nel migliore dei casi simpatico, per farsi un po' stucchevole nei momenti in cui la sceneggiatura vorrebbe calcare la mano sul pathos. Insoddisfacente il finale: sembra quasi che gli autori non sapessero come concludere la storia. Eccezionale Jie Dong (ballerina alla sua prima esperienza cinematografica) nel ruolo della ragazza cieca, abbandonata dal padre e maltrattata dalla matrigna, che trova negli inganni di Zhao quella considerazione e quell'affetto che le sono sempre mancati.

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