Profumo (Tom Tykwer, 2006)
Profumo - Storia di un assassino (Perfume: The Story of a Murderer)
di Tom Tykwer – Germania 2006
con Ben Whishaw, Dustin Hoffman, Alan Rickman
**1/2
Visto in TV.
Nella Francia dell'ottocento, l'orfano Jean-Baptiste Grenouille (Ben Wishaw) scopre di avere un dono unico al mondo: un olfatto incredibilmente sensibile, in grado di riconoscere e di "apprezzare" qualsiasi odore. Divenuto allievo di un maestro profumiere, l'italiano Giuseppe Baldini (Dustin Hoffman), il giovane cerca di carpire da lui il segreto per immagazzinare per sempre l'odore che più di tutti gli sta a cuore, quello delle giovani donne. Ciò lo trasformerà in un serial killer, visto che scoprirà che l'unico modo per creare il "profumo" di cui è alla ricerca è quello di drenarlo letteralmente dai corpi di tredici ragazze giovani e belle. La sua tredicesima vittima sarà Laura (Rachel Hurd-Wood), la bellissima figlia del notabile Richis (Alan Rickman), che per vendicarsi gli darà la caccia. Ma nel frattempo Grenouille ha completato il suo profumo, e questo ha un effetto stupefacente su chi lo fiuta... Dal romanzo di Patrick Süskind (un best seller negli anni ottanta), un originale thriller dalle premesse inverosimili ma dallo sviluppo coerente, che riesce però solo a tratti a coinvolgere e a catturare lo spettatore nel suo mondo paradossale e – in un certo senso – allegorico. La fotografia di Frank Griebe si ispira a pellicole come "Oliver Twist" e "I miserabili", ma anche ai quadri di Caravaggio e Rembrandt, e cerca di rendere sullo schermo la cupezza, lo sporco e la commistione di effluvi della Parigi del diciannovesimo secolo. In questo scenario fin troppo oscuro e crudele (si pensi alla sfortunata sorte di tutti i personaggi secondari, che escono di scena in maniera violenta subito dopo che la loro strada si divide da quella di Grenouille), spicca come protagonista un personaggio a suo modo unico e straordinario. Sociopatico e quasi muto (dirà non più di una decina di frasi in tutto il film), concentrato sul proprio obiettivo in maniera ossessiva, il giovane Grenouille è apparentemente insensibile e senza rimorsi di coscienza per gli omicidi che compie, il che lo rende un killer con un aura di innocenza ("È un angelo!", diranno di lui nel finale). Semplicemente per Grenouille gli odori sono tutto, e ogni cosa si "misura" solo in base a essi: come si lasciano appassire i fiori per catturarne l'essenza per i profumi, così è lecito fare per ogni altro essere vivente, uomini e donne compresi. Anche quando sembra che si innamori di una ragazza (la giovane venditrice di prugne all'inizio, Laura poi), in realtà è innamorato solo della sua bellezza, o meglio della sua "essenza", e il suo scopo è quella di possederla per tenerla con sé per sempre. Confezione di ottimo livello per regia, fotografia, interpretazioni. Per lungo tempo Süskind aveva rifiutato di concedere al cinema i diritti del suo libro, perché riteneva che solo Stanley Kubrick o Miloš Forman sarebbero stati in grado di tradurre in immagini il suo testo: e in effetti Tykwer sfoggia qui uno stile iper-classico ed elegante che ricorda molto quello di Forman in "Amadeus". Non guasta di certo la scelta di non ricorrere mai ad effetti speciali o digitali (nemmeno nel difficile tentativo di trasporre gli odori in immagini). Il regista tedesco dirigerà ancora Ben Whishaw nei suoi film successivi (fra cui "Cloud Atlas").
2 commenti:
Il libro è uno dei miei preferiti. Il film mi è garbato, tenendo conto che aveva a che fare con materiale che forse era davvero troppo.
Sì, non è male, anche se non certo il capolavoro che in molti si aspettavano...
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