The taste of tea (Katsuhito Ishii, 2004)
The taste of tea (Cha no aji)
di Katsuhito Ishii – Giappone 2004
con Takahiro Sato, Tadanobu Asano
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Rivisto in DVD, con Sabrina, in originale con sottotitoli inglesi.
La famiglia Haruno vive in un villaggio fra le montagne, non molto distante dalla città. Il padre, Nobuo (Tomokazu Miura), è un terapeuta specializzato nell'ipnosi. La madre, Yoshiko (Satomi Tezuka), è una disegnatrice di cartoni animati, alla continua ricerca di "nuove pose" da far interpretare ai suoi personaggi durante i combattimenti. Lo zio, Ayano (Tananobu Asano), è un sound mixer, che di tanto in tanto fugge dalla città per ritrovare la quiete della casa di campagna. Il nonno, Akira (Tatsuya Gashuin), è un artista eccentrico e sensibile, con la passione per il disegno e la danza. Quanto ai due figli: la piccola Sachiko (Maya Banno) è perseguitata da una versione gigante di sé stessa, che solo lei può vedere e da cui è osservata in continuazione (per sbarazzarsi della quale, si convince che sia necessario compiere una giravolta completa attorno alla barra orizzontale di un vecchio parco giochi); mentre il giovane Hajime (Takahiro Sato), reduce da una delusione sentimentale, si innamora all'istante di Aoi (Anna Tsuchiya), una nuova ragazza appena arrivata in classe, e sfrutta la comune passione per il gioco del Go (fanno entrambi parte del club scolastico dedicato a questa disciplina) per vincere la timidezza e avvicinarla. Ah, dimenticavo: c'è anche un altro zio, Ikki Todoroki (sé stesso), capriccioso disegnatore di manga che si è messo in testa di incidere una canzone, dedicata alle montagne, per il proprio compleanno. Le vicende dei vari membri della famiglia si intrecciano in una narrazione calma e lineare, dove il quotidiano (le peripezie sentimentali di Hajime, per esempio, che sembrano provenire da un manga di ambientazione liceale) si alterna con il surreale (il "doppio" di Sachiko; alcune immagini metaforiche come il treno che "esce" dalla fronte di Hajime, portandogli via una porta di sé; il gigantesco girasole che nel finale si espande nell'intero sistema solare) o il bizzarro (la canzone di Ikki; le incursioni, nella quiete del villaggio, di buffi personaggi come due cosplayer, un gruppo di yakuza, o un ballerino che danza con il sole). Ne risulta un film altamente suggestivo, che mescola un setting assai tradizionale con situazioni oniriche o inaspettate, la poesia della natura (i ciliegi in fiore, il tramonto, le risaie, le montagne), con le stravaganze più spinte della cultura pop giapponese (manga, anime, modellismo, cosplay), immagini delicate (una pioggia primaverile, i treni che sfrecciano nel buio della notte) e altre decisamente irreali (la sequenza in animazione che mostra il frutto del lavoro di Yoshiko), le arti (la musica, il disegno, il ballo) e lo sport (il baseball, la ginnastica, lo stesso Go), i rapporti familiari e quelli sentimentali. Un lungometraggio insolito e unico, dunque, da apprezzare nel suo insieme e da osservare come se si trattasse di un quadro impressionista, con un po' di pazienza e magari anche da una certa distanza. Si verrà ripagati. Il titolo, "Il gusto del tè", sembra uscire da un film di Ozu.
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