La fuga (Delmer Daves, 1947)
La fuga (Dark passage)
di Delmer Daves – USA 1947
con Humphrey Bogart, Lauren Bacall
***
Rivisto in divx, per ricordare Lauren Bacall.
Vincent Parry (Bogart) fugge dal carcere di San Quentin, dov'era rinchiuso per uxoricidio, intenzionato a dimostrare la propria innocenza. Con l'aiuto di Irene (Bacall), una misteriosa ragazza che sembra interessata al suo caso, si rifugia a San Francisco, dove un chirurgo plastico senza licenza (Houseley Stevenson) gli cambia i connotati. Ma anche in questo modo sarà difficile sfuggire alla polizia, che lo ritiene implicato anche in un secondo omicidio, e scoprire chi è invece il vero colpevole. Serrato noir ad alta tensione, tratto da un romanzo di David Goodis, con l'insolita particolarità di mostrare la prima mezz'ora quasi tutta in soggettiva (vediamo cioè quello che vede il protagonista, il cui volto non appare mai sullo schermo: una tecnica già usata l'anno prima da Robert Montgomery ne "Una donna nel lago"); segue un'altra mezz'ora in cui Bogart, in seguito all'operazione, ha la testa completamente fasciata e non parla mai; e soltanto nei quaranta minuti finali il divo – all'epoca il più pagato di Hollywood – si mostra finalmente col "nuovo" volto (quello prima della plastica compare soltanto sotto forma di una foto sul giornale). La trovata aumenta la tensione e la curiosità su una vicenda che, per il resto, è più incentrata sulla fuga disperata di Parry e sul rapporto con la misteriosa Irene che non sulla risoluzione del giallo, che giunge nel finale senza particolare sorprese. In ogni caso, il film vale la visione per le atmosfere ambigue quanto basta, il forte senso di accerchiamento e una certa malinconia di fondo. Apprezzabili piccoli spunti di commento sociale, come la scena alla stazione in cui un uomo e una donna discorrono della "solitudine di chi attende un autobus" (e proprio le loro parole spingono Parry a telefonare a Irene per chiederle di seguirlo nella fuga). A tratti Bogart sembra un po' a disagio (ma è il suo personaggio, non il solito "duro", a richiederlo), mentre la Bacall è elegante, ardita e luminosa quanto mai. L'energia e l'alchimia della coppia, per la terza volta insieme sullo schermo (dopo "Acque del sud" e "Il grande sonno"), è innegabile: e infatti gran parte della promozione pubblicitaria della pellicola ci giocò ampiamente. Nel cast anche Agnes Moorehead, Bruce Bennett e Clifton Young. Girato quasi tutto in esterni, con la fotografia di Sidney Hickox che esalta le strade, le colline, i ponti e i luoghi di San Francisco, rendendoli vivi e inquietanti.
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