28 ottobre 2013

Rossini! Rossini! (Mario Monicelli, 1991)

Rossini! Rossini!
di Mario Monicelli – Italia 1991
con Philippe Noiret, Sergio Castellitto
*1/2

Visto in divx.

Il settantenne Gioacchino Rossini (Noiret da anziano, Castellitto da giovane), stabilitosi a Parigi e attorniato da parenti, amici e ammiratori, rievoca le vicende della sua lunga vita, dall'infanzia trascorsa a Pesaro fino al precoce "pensionamento" volontario (smise di comporre a 39 anni, ma visse fino a 76), fra eventi storici (le tante guerre che hanno scosso l'Italia nella prima metà dell'ottocento), carriera musicale (assistiamo alle prime rappresentazioni e ai trionfi o agli insuccessi, fra le altre, de "La pietra del paragone", "Tancredi", "L'italiana in Algeri", "Elisabetta", "Il barbiere di Siviglia", "Mosé in Egitto", "Guglielmo Tell"), rapporti con le donne (tre su tutte: il contralto Maria Marcolini, la soprano Isabella Colbran e la modella Olimpia Pélissier; le ultime due diventarono sue mogli), amore per i soldi, il cibo e la vita... Sceneggiato dal regista insieme a Suso Cecchi D'Amico, Nicola Badalucco e Bruno Cagli, un biopic su quello che, ai suoi tempi, fu il compositore più popolare al mondo: il film ha avuto una lunga gestazione (a un certo punto si era parlato persino di Robert Altman alla regia), ma poi – nonostante le risorse e le ambizioni – è sfociato in una pellicola di stampo televisivo, quasi una proto-fiction Rai (che lo ha prodotto, con l'Istituto Luce). In mancanza di un'idea centrale o di un filo conduttore (come poteva essere la rivalità di Mozart con Salieri in "Amadeus"), il lungometraggio si limita ad accatastare gli eventi della vita di Rossini senza mai comunicare davvero, se non a parole, la novità storico-sociale e la grandezza immortale della sua musica e del "bel canto", non aiutato in questo da una regia anonima e che non rende certo giustizia al nome dell'autore de "La grande guerra". Il risultato è un film "corretto, decoroso, di televisiva uniformità, un film senz'anima che non ha lasciato tracce" (Morandini). Peccato, perché in questo modo si è sprecato sia il soggetto (la vita di Rossini è stata parecchio interessante, basterebbe chiedere a Stendhal per una conferma) sia il ricco cast, che comprende anche Giorgio Gaber (il migliore di tutti, nel ruolo dell'abile ed eccentrico impresario Domenico Barbaja, colui che assoldò Rossini facendolo venire a Napoli per comporre il "Barbiere"), Sabine Azema (la musa di Resnais, qui nel ruolo di Olimpia Pélissier), Jacqueline Bisset (Isabella Colbran), Assumpta Serna (Maria Marcolini). Accreditato anche Vittorio Gassman come Ludwig Van Beethoven, ma la scena del celebre incontro fra i due compositori è stata tagliata in fase di montaggio. La sequenza migliore, in ogni caso, è quella del fiasco (abilmente "orchestrato") della prima del "Barbiere". Curiosità: fra i molti brani che si ascoltano nella pellicola mancano i due pezzi forse più noti fra tutti quelli composti dal musicista pesarese, ovvero la cavatina di Figaro dal "Barbiere" e l'ouverture del "Guglielmo Tell".

0 commenti: