20 dicembre 2012

Che bella giornata (G. Nunziante, 2011)

Che bella giornata
di Gennaro Nunziante – Italia 2011
con Checco Zalone, Nabiha Akkari
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Visto in TV, con Sabrina.

Checco, pugliese trasferitosi in Brianza dove lavora come buttafuori in una discoteca, sogna di diventare Carabiniere ma viene regolarmente scartato ai colloqui. Grazie a una raccomandazione, riesce però a farsi assumere come addetto alla sicurezza presso la Curia di Milano, dove l’Arcivescovo lo incarica di controllare i turisti che salgono a visitare il Duomo. Una coppia di terroristi arabi, fratello e sorella, vorrebbe approfittare della sua ingenuità per portare una bomba sulle guglie e far esplodere la Madonnina: ma la ragazza, Farah (che si spaccia per studentessa di architettura, e della quale Checco si innamora a prima vista, al punto da portarla persino a conoscere la sua famiglia in Puglia), dopo aver sperimentato la sua amicizia e il suo buon cuore, rinuncerà a compiere l’attentato. Secondo film di Zalone come protagonista (dopo “Cado dalle nubi”) ed enorme successo al botteghino: ha addirittura superato “La vita è bella” come maggior incasso italiano di tutti i tempi (ed è rimasto dietro solo ad “Avatar”, superando dunque “Titanic”, fra le pellicole straniere). Un po’ troppo, forse, per un filmetto nulla più che simpatico e dalle gag non particolarmente memorabili, che puntano tutto sulla macchietta del meridionale buzzurro e caciarone, ignorante e superficiale, che combina guai a ripetizione come Mister Bean o l’ispettore Closeau (c’è anche uno pseudo-Dreyfus, il colonnello interpretato da Ivano Marescotti), del tutto inconsapevole di quello che accade attorno a lui. Ha però almeno il merito di non ripiegarsi sui soliti cliché della commedia all’italiana, di non scadere o eccedere nelle volgarità (come invece fanno i cinepanettoni), di non appoggiarsi su uno scontato lieto fine (Checco non coronerà la sua storia d’amore) e di affrontare con il sorriso sulle labbra temi di attualità italiana (le raccomandazioni, la famiglia) e globale (il terrorismo, la religione), risultando – alla resa dei conti – un inno alla tolleranza. Cameo del cantante pugliese Caparezza, “costretto” a esibirsi in brani ultrapopolari (come “Sarà perché ti amo”) al matrimonio della cugina di Checco.

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