Tabarin di lusso (A. Hitchcock, 1928)
Tabarin di lusso (Champagne)
di Alfred Hitchcock – GB 1928
con Betty Balfour, Gordon Harker
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Visto in DVD alla Fogona.
Betty, ricca e viziata figlia di un milionario americano, fugge in Europa contro il volere del padre, decisa a sposare il suo fidanzato George nonostante questi non apprezzi il suo modo di ostentare la ricchezza. A Parigi, immersa fra feste, lusso, cocktail, vestiti e gioielli, la ragazza fa anche ingelosire il fidanzato accettando l'amicizia di un misterioso e attempato playboy che la segue in continuazione. Ma il padre la raggiunge, comunicandole che a causa del crollo in borsa (siamo negli anni della Grande Depressione) ha perso tutto il suo denaro. Troppo orgogliosa per chiedere l'aiuto di George, e decisa a non abbandonare il genitore, Betty trova allora lavoro come intrattenitrice in un tabarin, un locale notturno dove si balla e si beve champagne: ha il compito di offrire fiori da appuntare al bavero dei gentiluomini. Scoprendola nel locale, George avvisa il padre che, vedendola umiliarsi nel cabaret, le confessa che si era trattato di una messinscena: il loro patrimonio non è affatto crollato. Per ripicca la ragazza progetta di tornare in America con l'attempato playboy, che però si rivelerà un amico del padre, il quale l'aveva incaricato di non perderla di vista e di impedire il suo matrimonio con George. Ma non manca il lieto fine, visto che il genitore acconsentirà alle nozze. Dopo una serie di melodrammi, il giovane Hitchcock prova a realizzare una commedia, dai toni più frivoli e leggeri. Alcune sequenze divertenti (i tentativi della protagonista di cucinare per il padre, che dal canto suo preferisce andare di nascosto al ristorante) non bastano però a sollevare il film al di sopra di una stentata sufficienza: da confrontare con la freschezza de "La principessa delle ostriche" e altre commedie di Lubitsch su temi simili. Da segnalare, nella sequenza a bordo del transatlantico, i movimenti di camera che simulano l'andamento ondivago della nave (e il mal di mare dei protagonisti), mentre rimane memorabile – hitchcockianamente parlando – l'inquadratura attraverso una coppa di champagne.
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