Perfect Blue (Satoshi Kon, 1997)
Perfect Blue (id.)
di Satoshi Kon – Giappone 1997
animazione tradizionale
***1/2
Visto in divx.
Questo eccellente thriller psicologico animato segna l'esordio alla regia di Satoshi Kon, già disegnatore, sceneggiatore e collaboratore di Katsuhiro Otomo. Tratto molto liberamente da un romanzo di Yoshikazu Takeuchi (dal quale è stato poi realizzato anche un film dal vivo, molto più fedele alla storia originale), era stato prodotto inizialmente sotto forma di OAV, ossia come opera destinata solo al mercato dell'home video: ma vista la sua ottima fattura, venne deciso di distribuirlo anche nelle sale cinematografiche. La storia è incentrata su Mima, una pop idol (le giovanissime cantanti che in Giappone godono di un'enorme quanto effimera popolarità, destinate a essere soppiantate da altre ragazzine non appena la loro stella cessa di brillare) convinta dal suo produttore ad abbandonare la carriera canora per intraprendere quella di attrice. Costretta a recitare scene scabrose e traumatiche (fra cui quella di uno stupro) e a "sporcare" la propria immagine, si scopre perseguitata da un misterioso fan che pare non accettare questa sua metamorfosi. Ma anche la ragazza comincia a soffrire di una crisi d'identità: qual è la "vera" Mima, l'idol pura e innocente o l'attrice disposta a calarsi in un mondo finto, immorale e degradante? E come se non bastasse, una serie di impressionanti delitti rischia di far vacillare la sua sanità mentale. Sogno e realtà si confondono, al pari della "finzione" dello sceneggiato televisivo in cui Mima recita (che parla anch'esso di personalità multiple e di macabri omicidi). Lo spettatore viene disorientato come in un film di Hitchcock o di Lynch, al punto da dubitare più volte della reale interpretazione di ciò che sta guardando. Tutta la vicenda è un allucinante e inquietante viaggio fra dissociazioni, incubi onirici e déja vù. Alla fine, comunque, il mistero si risolve e come in un giallo c'è una spiegazione soddisfacente. La pellicola contiene anche alcuni curiosi riferimenti metacinematografici ("I thriller in questo paese fanno cagare", afferma un personaggio). Una pellicola adulta e insolita, un perfetto esempio di animazione non per bambini (e molti critici, soprattutto negli Stati Uniti, non sono riusciti a capire perché una storia di questo genere sia stata trasposta in animazione anziché essere realizzata in live action).
8 commenti:
L'unico suo film che manca, questo. Non vedo l'ora, deve essere davvero bellissimo.
Sì, è proprio bello. Come animazione, tecnicamente, forse colpisce meno dei suoi lavori successivi (in fondo si trattava di un film a basso budget), ma la storia "prende" parecchio!
Bello, continuamente spiazzante e ben disegnato. Il finale lascia qualche interrogativo per strada ma da spettatore non ti senti preso in giro.
Grazie per avermelo fatto scoprire. :)
Prego! ^^
È un gioiellino, che in effetti meriterebbe di essere visto e conosciuto di più.
Ma come cavolo finisce? Non ho capito!
Se ti riferisci proprio all'ultima scena, serve a farci capire che Mima ormai ha superato il trauma e riesce finalmente a distinguere la finzione dalla realtà. Quando va a visitare l'ex manager (che si crede lei) nell'ospedale psichiatrico, le due infermiere pensano che sia soltanto una che le assomiglia (perché la "famosa attrice Mima" non andrebbe mai in un posto come quello), e lei conferma "Sì, sono io quella vera".
Quindi a uccidere le persone è stata rumi che si crede mima?ti ringrazio comunque :)
Sì, esatto, era Rumi (come era anche lei a comunicare con il fan/stalker, manipolandolo).
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