Partita a quattro (E. Lubitsch, 1933)
Partita a quattro (Design for living)
di Ernst Lubitsch – USA 1933
con Miriam Hopkins, Gary Cooper, Fredric March
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Visto in DVD, con Giovanni.
Quando due artisti americani che vivono da bohemien a Parigi (il pittore Gary Cooper e il drammaturgo Fredric March) incontrano in treno la spigliata Gilda (Miriam Hopkins, che per Lubitsch aveva già interpretato "Mancia competente"), se ne innamorano immediatamente. E la gelosia incrociata rischia di mettere a repentaglio la loro lunga amicizia. La ragazza, indecisa su quale dei due uomini scegliere, propone allora un ménage a tre (ma "senza sesso", almeno nelle intenzioni) e si dà anche da fare per lanciarli verso il successo nelle rispettive carriere.
Solo un paio d'anni più tardi, con l'entrata in vigore del codice Hays di autocensura, girare un film così sarebbe stato assolutamente impossibile, tanto è anticonformista, spregiudicato e trasgressivo nel mettere in scena la libertà di amare e l'elogio della convivenza al di fuori delle regole sociali. La scoppiettante sceneggiatura di Ben Hecht contiene alcuni passaggi che persino oggi sembrano al limite della decenza, mentre la regia di Lubitsch è come sempre moderna e al servizio della storia e dei personaggi. La biondissima Hopkins appare radiosa e pimpante, mentre Cooper e March recitano quasi all'unisono i ruoli degli amici innamorati. Il quarto personaggio suggerito dal titolo italiano (che, forse per "ammorbidire" i toni, tradisce un po' lo spirito dell'originale) è il tutore – e poi sposo – di Miriam, l'ottuso pubblicitario Max, interpretato dal solito brillante Edward Everett Horton.
3 commenti:
Ah! L'ho comprato un mese fa - in offerta - epperò ancora debbo vederlo.
Forse meno bello di "Mancia competente" o "Un'ora d'amore", ma comunque Lubitsch è sempre Lubitsch!
no secondo me molto più bello degli altri. Un vero capolavoro.
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