Mozart. Requiem (A. Sokurov, 2004)
Diario di San Pietroburgo: Mozart. Requiem
(Peterburgskij dnevnik: Mozart. Reqviem)
di Aleksandr Sokurov – Russia 2004
**1/2
Visto in divx.
Registrazione (girata in video con cinque telecamere) di un concerto messo in scena il 3 febbraio 2004 a San Pietroburgo, di cui lo stesso Sokurov ha curato l'allestimento. Dapprima vediamo il pubblico accomodarsi in sala, il regista inquadra e indugia sui volti degli spettatori come aveva fatto Bergman durante l'ouverture del "Flauto magico". E noi ci troviamo insieme a loro, in attesa delle magiche note di Mozart. Quando parte la musica, ci ritroviamo immersi in un'atmosfera solenne in compagnia di una delle composizioni più sublimi mai scritte da mano umana. I membri del coro entrano sullo sfondo, come delle ombre. Anziché stare fermi, camminano sul proscenio, spesso in maniera caotica e confusa, incrociandosi e salutandosi come pellegrini ammantati di pesanti cappe nere o come silhouette che si muovono fra l'oscurità e la penombra. Valentin Nesterov dirige con ritmo lento e solenne (a volte forse anche troppo lento, come nel Rex tremendae o nel Confutatis). Fra i brani più riusciti, lo splendido Tuba mirum e il suggestivo Lacrimosa. La mano di Sokurov è quasi invisibile, anche se – come lo stesso regista ha dichiarato – "il montaggio del film non è tradizionale. Non abbiamo cercato di rispettare la successione abituale dei valori dell’'inquadratura, né di seguire i solisti, né di sostenere il ritmo dell’'opera musicale attraverso il montaggio. Il ritmo del film è mutevole, non coincide sempre con quello della musica. Lo spettatore segue i cambiamenti della luce, i movimenti degli interpreti, i loro volti, le loro emozioni".
3 commenti:
Non ho capito se è un film di un'opera musicale o la registrazione di un concerto fatto per la televisione.
La seconda che hai detto.
conosco questo allestimento. non è male l'idea di farli muovere ma questo affatica e deconcentra il coro. inoltre i puristi non apprezzano mai le novità. pensandoci bene S. avrebbe potuto puntare di più sull'alternanza dei colori: associare alle diverse parti un ventaglio cromatico.
corretta la tua interpretazione dei pellegrini. è l'impressione che ho avuto anch'io.
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