La leggenda di Beowulf (R. Zemeckis, 2007)
La leggenda di Beowulf (Beowulf)
di Robert Zemeckis – USA 2007
animazione digitale
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Visto al cinema Colosseo, con Hiromi.
Come il precedente "Polar Express", anche questo nuovo film di Zemeckis è realizzato con la tecnica della performance capture, ovvero dell'animazione in computer grafica che "ricalca" la recitazione degli attori (Ray Winstone, Brendan Gleeson, Anthony Hopkins, Robin Wright Penn, John Malkovich e Angelina Jolie), le cui fattezze restano riconoscibilissime. Dal punto di vista estetico si tratta di uno stile che vorrebbe risultare estremamente realistico (simile a quello del film "Final Fantasy") ma che nei volti e nei movimenti non riesce a non sembrare fasullo, e che mi ha convinto ben poco, al punto da chiedermi perché il film non sia stato realizzato direttamente con gli attori in carne e ossa, riservando la CGI ai soli effetti speciali. Per di più non capisco perché a fare queste sperimentazioni tecniche debba essere un regista premio Oscar, con una discreta carriera e una buona reputazione alle spalle (anche se i suoi ultimi tre-quattro film la stanno un po' ridimensionando), anziché, come dovrebbe essere, qualche giovane affiancato dai tecnici degli studi di animazione. In ogni caso il film, ispirato all'antico e omonimo poema epico britannico, è meno brutto di quanto mi aspettassi. La storia è stata cambiata quel tanto che basta per renderla più vivace e interessante, e soprattutto nella seconda parte i personaggi acquisiscono profondità. Beowulf è un eroico guerriero che si offre di liberare il territorio di re Hrotgar dal mostruoso demone che lo tormenta, Grendel, ma dopo averlo ucciso deve vedersela anche con la sua affascinante madre. Lo scontro finale con il drago dorato è spettacolare. Pare che il film sia stato realizzato anche in una versione da guardare in tre dimensioni, ma naturalmente nelle (per ora) inadeguate sale italiane è stata distribuita soltanto quella nel tradizionale 2D. Piacevole la musica. La sceneggiatura è nientemeno che di Neil Gaiman e Roger Avary, ma non si direbbe.
2 commenti:
Il film mi è piaciuto, ma anche a e non ha convinto questa tecnica che trasforma gli uomini in animazione 3D. Non so, ho provato un certo fastidio. Sarà che non sono abituato. Forse il futuro del cinema è questo? Una graduale scomparsa degli attori? La cosa strana che mi è capitata è che dopo ogni sequenza, per un attimo, credevo di essere davanti ad attori veri, ma per un attimo, poi l'occhio riconsoceva subito l'animazione. Brutto segno (per me). Che mi stia già abituando?
Condivido parola per parola: a me la tecnica usata ha fatto la stessa impressione. Alla graduale scomparsa degli attori non credo, visto che anche questa tecnica necessita di attori "da ricalcare". Però se ne potranno modificare le fattezze a piacimento, ringiovanendoli, invecchiandoli o trasformandoli in qualsiasi altri personaggio, e magari riportando in vita grandi star del passato. Vedremo!
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