21 aprile 2007

Spider-Man 2 (Sam Raimi, 2004)

Spider-Man 2 (id.)
di Sam Raimi – USA 2004
con Tobey Maguire, Kirsten Dunst
***

Rivisto in DVD, con Hiromi.

Dopo la delusione del primo episodio, il secondo è stata una gradita sorpresa e uno dei miglior film di supereroi della recente ondata. Tutto mi è sembrato funzionare meglio, persino i due attori principali mi hanno convinto di più, per non parlare del cattivo, un Alfred Molina quasi perfetto nei panni del tentacolare Dottor Octopus. La pellicola, soprattutto nella prima metà, si concentra moltissimo sul difficile rapporto di Peter Parker con il proprio alter ego: a differenza di altri supereroi come Superman e Batman (per i quali l’identità “borghese” non è che una copertura per la loro vera natura, quella “in costume”), infatti, la creatura di Stan Lee è sempre stata caratterizzata da una grande attenzione al “lato umano” e al tentativo di conciliarlo con l’aspetto supereroico. Forse il film esagera un po’ nel mostrare le sfortune di Peter, al quale davvero non ne va bene una, ma riprende lo spirito del fumetto meglio di quanto non avesse fatto il primo capitolo. Si arriva addirittura a citare la celebre copertina di John Romita con il costume nel bidone della spazzatura nel vicolo e il suo strillo, “Spider-man no more!”. Anche la sceneggiatura e i dialoghi sono stavolta meno meccanici e scorrono meglio. Mi ha lasciato un po’ perplesso, invece, la quantità di persone che scoprono la vera identità di Spider-Man nel finale: passi per Harry, M.J. e Doc Ock, ma addirittura un’intera carrozza della sopraelevata piena di passeggeri newyorkesi mi sembra un po’ troppo (oltre a proseguire nella discutibile direzione già intrapresa dal primo film, quella di rendere l’Uomo Ragno un eroe cittadino benvoluto da tutti, J.J.J. a parte). La mano di Raimi si comincia a vedere più spesso: la scena più bella è probabilmente quella in cui le braccia robotiche del Dottor Octopus si risvegliano nella sala operatoria. Divertente anche il cameo di Bruce Campbell, attore feticcio del regista, nei panni della maschera del teatro che impedisce a Peter di entrare. Il film, infine, pone le basi per l’apparizione di Lizard (il dottor Connors) e di un redivivo Goblin (o Hobgoblin?) nel capitolo successivo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In merito a Spiderman a volto scopeto, non credi che sia per due motivi?
1 - Risparmiare le scene di compuer graphic, notoriamente piu' costose che mostrare un attore con una tutina strappata.
2 - mostrare il piu' possibile il volto dell'attore, vuoi per accordi contrattuali con il protagonista, vuoi per esigenze cinematografiche, come quelle che hanno spinto Verhoeven, a detta sua in una intervista, a non realizzare le tute potenziate descritte nel libro di Heinlein in Starship Troopers. Avrebbero nascoso gli attori, disse, e addio lavoro di casting e immagine per il pubblico. Un casco non e' importante come un volto in questo campo.

Christian ha detto...

Penso sia plausibile soprattutto la seconda ipotesi: mostrare il volto dell'attore, in ogni caso, rende più "realistica" anche la computer grafica perché permette di fonderla sullo schermo con elementi reali ed evitare l'effetto-videogioco.
Rimango comunque perplesso sul perché Peter Parker debba togliersi la maschera (la toglie lui, non gli viene strappata) prima di fermare la metropolitana in corsa.