Lo stato delle cose (W. Wenders, 1982)
Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge)
di Wim Wenders – Germania/Portogallo/USA 1982
con Patrick Bauchau, Allen Garfield
***
Visto in DVD, con Martin.
Una troupe cinematografica sta girando uno strano film di fantascienza catastrofica nei pressi di Lisbona. Ma la pellicola è terminata e il produttore non dà più notizie di sé. Dopo alcuni giorni di attesa durante i quali gli attori e i tecnici ammazzano il tempo come possono, azzardano riflessioni filosofiche e visitano la città vicina, il regista decide di volare negli Stati Uniti in cerca del produttore, scoprendo che questi si nasconde da tutti perché la sua vita è in pericolo. "La vita è a colori, ma il bianco e nero è più realistico", dice a un certo punto Samuel Fuller, che interpreta il direttore della fotografia. Il film è volutamente rarefatto, soprattutto nella parte centrale, ed estremamente autobiografico (il regista è tedesco, come Wenders, è al suo decimo film e ha pretese autoriali, come appunto quella di girare in b/n): compaiono numerose citazioni cinefile (fra gli attori, oltre a Fuller, c'è anche Roger Corman; viene citato più volte "Sentieri selvaggi" di John Ford; a Hollywood il protagonista si sofferma sulla stella di Fritz Lang sul selciato, e lui stesso si chiama Fritz di nome); nel finale la vicenda porta a una riflessione sul potere dell'industria del cinema nei confronti dell'arte e della vita stessa degli artisti. Proprio la parte finale, comunque, mi è sembrata la più bella e interessante. E Allen Garfield che canta "Hollywood, Hollywood" nella sua roulotte è praticamente indimenticabile, così come la conclusione bruciante con la telecamera che continua a riprendere le immagini della strada e del selciato.
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