5 gennaio 2024

Il ragazzo e l'airone (Hayao Miyazaki, 2023)

Il ragazzo e l'airone (Kimitachi wa do ikiru ka)
di Hayao Miyazaki – Giappone 2023
animazione tradizionale
***

Visto al cinema Impero, con Sabrina.

Dopo la morte della madre Himiko in un incendio, all'inizio della seconda guerra mondiale, il dodicenne Mahito si trasferisce in campagna con il padre, ingegnere militare, e la nuova compagna di questi, Natsuko, sorella minore della stessa Himiko. Il ragazzo fatica ad adattarsi al nuovo ambiente e soprattutto ad accettare la matrigna e la nuova situazione famigliare. Attirato in una torre diroccata da un misterioso airone cenerino parlante, si ritrova trasportato in un’altra dimensione, un mondo fantastico popolato da uccelli antropomorfi e governato dalla magia, dal soprannaturale e da differenti leggi temporali. Qui, fra le altre cose, ritroverà sua madre da giovane e imparerà ad accettare il proprio destino. Dieci anni dopo "Si alza il vento" (che avrebbe dovuto essere il suo ultimo film, prima di ripensarci), Miyazaki realizza una delle sue pellicole più complesse, allegoriche e filosofiche, su un soggetto originale (e in parte autobiografico) ispirato al romanzo "E voi come vivrete?" di Genzaburo Yoshino (da cui proviene il titolo giapponese). All'apparenza è una rilettura/variazione de "La città incantata", con un protagonista (stavolta maschile) che, come in "Alice nel paese delle meraviglie", si ritrova in un mondo onirico, fantastico e surreale, dominato da regole strane e paradossali e popolato da creature bizzarre. La fantasia e la visionarietà sono però al servizio di temi particolarmente profondi – la morte, la nascita, la guerra, la famiglia – affrontati attraverso simboli e allegorie: l'intero percorso di Mahito è un viaggio dantesco (sulla porta della torre è letteralmente inscritta una citazione di Dante, in italiano: "Fecemi la divina potestate"), dagli inferi al paradiso, fino all'incontro con il creatore. Anche se a tratti si ha l'impressione che la fantasia di Miyazaki scorra un po' troppo a ruota libera, saltando di palo in frasca (e introducendo personaggi, creature o ambienti senza pausa), le suggestioni sanno come colpire nel segno e rimangono impresse nello spettatore perché risuonano di concetti e temi propri dell'essere umano. Certo, un film simile è evidentemente frutto della maturazione e della tarda età del suo autore, che riflette all'indietro sulla propria infanzia, e per questo motivo la pellicola potrebbe risultare meno gradita al pubblico più giovane, che al limite ne apprezzerà soltanto gli aspetti più fantasy, buffi e visionari (gli uccelli parlanti, i "wara-wara", gli echi avventurosi). La bella colonna sonora di Joe Hisaishi è meno sinfonica del solito, e per lo più composta al pianoforte. L'edizione italiana è fortunatamente Cannarsi-free (anche se alcune frasi qua e là tendono a ricordare il suo stile). Disegni, sfondi e animazioni eccellenti, come al solito.

4 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Un film che cresce dentro col tempo. Non l'ho apprezzato subito come altre sue opere, ma mi sta scavando dentro da giorni in maniera silente...

Christian ha detto...

Anche a me, se devo essere sincero...

Adriano Max ha detto...

La quantità di immagini simboliche, citazioni, incastri culturali ne fa un oggetto complesso, che andrà svelandosi nel tempo. Da rivedere.

Christian ha detto...

Sì, da rivedere più volte (come tutti i film di Miyazaki)!