13 aprile 2017

Libere, disobbedienti, innamorate (M. Hamoud, 2016)

Libere, disobbedienti, innamorate (In between, aka Bar Bahar)
di Maysaloun Hamoud – Israele 2016
con Sana Jammelieh, Mouna Hawa
**1/2

Visto al cinema Arcobaleno, con Sabrina e Sabine.

Tre ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv e cercano di mantenere la propria autonomia di fronte a una società maschilista che ne disapprova le scelte fuori dalle regole. L'emancipata Leila (Mouna Hawa) è un'avvocatessa che trascorre le serate tra feste con gli amici, alcol, fumo e droghe. Disincantata, sembra infine aver trovato l'amore: ma l'infatuazione finirà quando verrà alla luce l'ipocrisia del ragazzo nei confronti del suo stile di vita. La più giovane Nour (Shaden Kanboura), che invece è mussulmana praticante, sta terminando gli studi di informatica all'università, mentre la sua famiglia le ha già trovato un futuro marito: quando questi la violenterà, Nour troverà il coraggio di rompere il fidanzamento e di andare avanti per la sua strada da sola. L'anticonformista Salma (Sana Jammelieh) proviene invece da una famiglia cristiana, ama la musica (fa la DJ) e per mantenersi lavora come barista: quando i suoi genitori scopriranno che è lesbica, sarà costretta a fuggire. Le loro storie hanno in comune il desiderio di vivere, divertirsi, ma soprattutto autodeterminarsi come farebbe qualsiasi ragazza in altre parti del mondo. E si ritrovano dunque schiacciate ("In between", come recita il titolo internazionale) fra il peso di una tradizione che vuole le donne sottomesse e umiliate, e la spinta a ribellarsi, a evadere, o semplicemente a restare sé stesse, magari sostenendosi a vicenda con la solidarietà femminile. Opera prima di una giovane regista dallo stile ancora poco personale, il film ha il pregio di offrire uno sguardo non convenzionale sulla gioventù palestinese e, per una volta, di non soffermarsi sul conflitto fra arabi e israeliani (cui è dedicato, di sfuggita, solo un breve dialogo al ristorante). Anche se il tono è diverso, può ricordare i lavori della libanese Nadine Labaki (anche per l'incipit, che mostra una ceretta con il caramello, come in "Caramel"). Brave le attrici.

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