Gli ultimi giorni di Pompei (M. Bonnard, 1959)
Gli ultimi giorni di Pompei
di Mario Bonnard [e Sergio Leone] – Italia/Spagna 1959
con Steve Reeves, Christine Kaufmann
*1/2
Visto in DVD.
Prima di diventare il più grande maestro del western all'italiana, Sergio Leone si è fatto le ossa con un altro genere "popolare" che ha contraddistinto la produzione italiana negli anni cinquanta e nei primi anni sessanta, vale a dire il cosiddetto peplum, cinema dai temi mitologico/avventurosi e dall'ambientazione storica, solitamente greco-romana, caratterizzato dalla presenza di "forzuti" (personaggi come Ercole, Maciste o Sansone) e da una certa tendenza al kolossal e al gigantismo che richiedeva pertanto budget imponenti. Proprio la progressiva riduzione delle risorse di produzione, oltre alla disaffezione degli spettatori, portò alla sua scomparsa attorno alla metà degli anni sessanta, quando venne sostituito da altri generi che avrebbero fatto la fortuna del nostro cinema: l'horror, il poliziottesco e – su tutti – appunto lo spaghetti western. Questo ennesimo adattamento del romanzo di Edward Bulwer-Lytton, pur accreditato a Mario Bonnard, segna dunque l'esordio alla regia di Leone, indicato come regista della seconda unità ma in realtà subentrato al collega quando questi dovette abbandonare la lavorazione a causa di una malattia. Leggendo i credits della pellicola, d'altronde, non sono pochi i nomi che si faranno conoscere negli anni seguenti nel campo dei western, come Duccio Tessari e Sergio Corbucci (co-sceneggiatori e aiuto registi). La trama vede il centurione Glauco Leto tornare in città dopo la guerra solo per scoprire che suo padre e la sua famiglia sono stati sterminati dai cristiani, accusati di fomentare disordini e di compiere assalti notturni alle ville delle più ricche famiglie romane. In realtà si tratta di un complotto ordito da un perfido sacerdote egiziano e dalla vendicativa Giulia, moglie del console di Pompei. Con l'aiuto di pochi amici fedeli, Glauco smaschererà i congiurati: ma sarà solo l'eruzione del Vesuvio, quando i nostri eroi sono stati ormai gettati nell'arena, a consentire loro di mettersi in salvo. Il finale anticlimatico convince poco, le ingenuità e i momenti ridicoli non mancano (su tutti la lotta sott'acqua con un coccodrillo evidentemente finto) e le scene di distruzione non sembrano poi tanto migliori di quelle della versione muta del 1913. Da segnalare invece il cast: se il protagonista è il solito "mister muscolo" (Steve Reeves, specializzato in questo genere di film), il sacerdote malvagio è interpretato da Fernando Rey (!) e il tutto è poi completato da alcune splendide attrici (Christine Kaufmann è la bella Elena, di cui Glauco si innamora; Barbara Carroll è la schiava cieca Nidia; Anne-Marie Baumann è la perfida Giulia).
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