16 aprile 2016

Benny's video (Michael Haneke, 1992)

Benny's Video (id.)
di Michael Haneke – Austria/Svizzera 1992
con Arno Frisch, Angela Winkler, Ulrich Mühe
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Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Rimasto colpito da un video che mostra l'abbattimento di un maiale, il liceale Benny si filma mentre uccide a sangue freddo una coetanea nel proprio appartamento. Quando i genitori se ne rendono conto, guardando il video, decidono di aiutarlo a far sparire il corpo della ragazza... Al secondo film per il cinema, Haneke prosegue la sua indagine nell'orrore che si fa strada all'interno della vita quotidiana, mettendo in scena una forma impressionante di "banalità del male" dentro una famiglia come tante. Mentre in tv passano immagini della guerra nei Balcani e notizie di disordini razziali in Europa, l'esistenza di Benny e della sua famiglia sembra anestetizzata alla violenza (anche a quella dei film d'azione di cui il figlio è appassionato) e scorre nel modo più "normale" possibile (a vivacizzarla ci sono giusto le strane manovre della figlia maggiore, impegnata in una specie di marketing piramidale). Benny stesso è introverso, con pochi amici: dalla sua stanza buia (con le tapparelle perennemente abbassate) guarda il mondo esterno soltanto attraverso la sua videocamera. Appassionato di video al punto da disconnettersi dalla realtà, compie un omicidio quasi per caso e per noia, senza apparenti emozioni. Al padre che gli chiede perché l'ha fatto, risponde: "Non so. Volevo vedere com'era, probabilmente". Alla fine, anche la scelta di confessare alla polizia verrà presa senza un vero motivo, e senza una reale comprensione di ciò che comporta (alla fine della confessione, chiede al commissario: "Posso andare?"). L'unico momento in cui nel ragazzo sembra scattare qualcosa è quando si taglia i capelli a zero, come a voler sottolineare un desiderio di ribellione o di cambiamento, che viene prontamente neutralizzato dai rimproveri del padre. Gli stessi genitori, di fronte al delitto del figlio, non cercano nemmeno di indagarne i motivi, quasi avessero paura di scoprirne le cause o anche solo di parlarne con lui (il viaggio in Egitto che Benny compie con la madre nei giorni successivi, mentre il padre rimane a casa per far sparire il cadavere, è quanto di più banalmente "turistico" si possa immaginare). Il tema della realtà registrata su videocassetta, e della sua influenza sulla vita vera, tornerà in altri film di Haneke, come "Funny Games" (con tanto di riavvolgimento e ripetizione) e "Niente da nascondere".

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