5 giugno 2012

La bella e la bestia (J. Cocteau, 1946)

La bella e la bestia (La belle et la bête)
di Jean Cocteau – Francia 1946
con Josette Day, Jean Marais
***

Visto in divx, con Marisa.

Tratto dalla fiaba resa celebre dalla versione di Jeanne-Marie Leprince di Beaumont, un film romantico, raffinato e sontuoso che negli anni a venire è diventato un importante punto di riferimento per il modo di riprodurre al cinema le suggestioni magiche e favolistiche: evidenti, per esempio, le influenze esercitate sulla versione animata della stessa fiaba prodotta dalla Disney nel 1991 (a livello visivo, ma non solo: si pensi al personaggio di Gaston, modellato sullo Splendore/Avenant del film di Cocteau, o alla scelta di chiamare “Bella” la protagonista). Nel doppio ruolo della “Bestia” (dietro un pesante trucco che gli dona fattezze feline) e appunto di Splendore, lo spasimante umano di Bella, c'è Jean Marais, amante e “musa” di Jean Cocteau: nel finale, quando la maledizione viene spezzata, i due personaggi si scambiano d’aspetto. Meravigliosi i costumi, la fotografia (di Henri Alekan), gli scenari e le location, in particolare il castello del mostro dove braccia e mani spuntano dalle pareti per reggere le lampade, volti umani sono incastonati nei mobili, le porte si aprono da sole: una “umanizzazione” di oggetti e arredi che assume tratti inquietanti ma mai terrificanti. Le scenografie, barocche ed eleganti, sarabbero ispirate – fra le altre cose – alle incisioni di Gustave Dorè e ai dipinti di Jan Vermeer. A differenza della fiaba originale (e della versione Disney), non viene rivelata esplicitamente la natura e l'origine della maledizione del mostro, ma tutti gli altri elementi (il padre di Bella che, rubando una rosa dal giardino del castello, scatena l'ira della Bestia; la ragazza che per salvare il genitore – a differenza delle sue sorelle egoiste – accetta di prendere il suo posto e di trasferirsi a vivere con il mostro; l'amore che nasce lentamente fra i due e che superà la barriera delle apparenze fisiche; lo specchio incantato e altri oggetti magici) sono presenti e concorrono, insieme all'atmosfera onirica e ipnotica, al suggestivo risultato finale. La sottotrama di Splendore e del fratello di Belle che si introducono nel castello con l’intenzione di uccidere la Bestia e sottrargli i suoi tesori è invece un’aggiunta di Cocteau. Nel 1994 Philip Glass ha composto un’opera ispirata direttamente al film, di fatto una colonna sonora alternativa a quella di Georges Auric.

4 commenti:

Marisa ha detto...

Molto bello e degno di rimanere nella memoria.
Azzardo una interpretazione sulla "maledizione", che,come noti tu, non viene esplicitata, ma secondo me è implicita nel finale, quando si assiste alla trasformazione di Splendore, che prende le stesse fattezze del mostro mentre questi assume le sue.
Sembra che si tratti dello stesso personaggio che presenta la sua parte "mostro" o quella del bel giovane-principe a seconda delle motivazioni che lo determinano.Quando è l'avidità (andare ad impossessarsi dei tesori del castello), ne rimane prigioniero come "mostro", quando vince l'amore, viene fuori l'aspetto gentile ed umano.
Sono in realtà due facce della stessa medaglia.

Christian ha detto...

Curioso anche come, a differenza dell’antipatico Gaston disneyano, in questo caso Splendore risulta comunque attraente agli occhi Bella, che dichiara infatti di amarlo. Alla fine, il principe che la ragazza sposa è proprio Splendore “depurato” dai tratti negativi (indolenza, avidità). Davvero Splendore e la Bestia sono la stessa persona o, come dici tu, due facce della stessa medaglia.

Babol ha detto...

Non l'ho mai visto, ma mi ispira moltissimo.
Tra l'altro adoro alla follia il cartone Disney, quindi non posso davvero esimermi di guardare quello che mi sembra un capolavoro del gotico in bianco e nero!

Christian ha detto...

Guardalo, è un film con molto fascino! ^^