Sydney (Hard Eight)
di Paul Thomas Anderson – USA 1996
con Philip Baker Hall, John C. Reilly
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Visto in divx.
Il misterioso Sydney (Philip Baker Hall), anziano gentiluomo dai modi affabili che bazzica i casinò del Nevada, prende sotto la propria ala protettiva il giovane e sprovveduto John (John C. Reilly), insegnandogli a barcamenarsi ai tavoli da gioco e tirandolo fuori dai guai quando si ficcherà in un brutto pasticcio per aver aiutato Clementine (Gwyneth Paltrow), la cameriera di un locale di cui si è innamorato. Ma qual è il vero motivo della sua gentilezza? All'esordio nel lungometraggio, Paul Thomas Anderson costruisce un noir già valido per atmosfera e regia, ma con una storia irrisolta e che perde progressivamente interesse: se l'enigmatica prima parte cattura lo spettatore lasciandogli immaginare chissà che cosa, nella seconda la vicenda cambia direzione e si rivela piuttosto banale. Tarantiniano nei dialoghi e nella costruzione episodica della vicenda (nonché per la presenza di Samuel L. Jackson in un ruolo minore, quello del delinquente ricattatore), il film solletica a lungo l'immaginazione dello spettatore, smarrendo poi il focus sui personaggi e trasformandosi essenzialmente in un esercizio di stile, difetto che sarà congenito a tutto il cinema di un regista che manterrà sempre meno di quel che promette. Breve parte anche per Philip Seymour Hoffman, che come Hall e Reilly si rivedrà spesso nei lavori di Anderson. Il titolo originale si riferisce al punteggio del gioco dei dadi in cui escono due quattro (chiamato "otto reale" nei dialoghi).
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