5 giugno 2009

L'uomo del treno (P. Leconte, 2002)

L'uomo del treno (L'homme du train)
di Patrice Leconte – Francia 2002
con Jean Rochefort, Johnny Hallyday
***1/2

Rivisto in DVD, con Marisa.

Un uomo scende dal treno e arriva in un piccolo paese. Ha una valigia, un giubbotto di pelle, la barba poco curata ed è di poche parole: è un criminale, giunto fin lì per preparare una rapina in banca con i suoi tre complici. Poiché l'unico albergo della cittadina è chiuso, trova ospitalità nella villa di un vecchio insegnante di poesia francese in pensione, che è il suo esatto contraltare: non ha mai viaggiato, ricopre un ruolo "rispettabile" nella società e ha sempre dovuto soffocare ogni impulso di ribellione al sistema. Ben presto i due uomini cominciano a desiderare ciascuno di trovarsi nei panni dell'altro: lo stanco rapinatore gradirebbe infatti un'esistenza tranquilla, restare in pantofole a fumare la pipa, leggere libri, mettere finalmente radici da qualche parte; il professore sogna invece – in maniera quasi infantile – l'avventura, il rischio e la trasgressione. Il tempo passa e si avvicina il giorno in cui entrambi i loro destini dovranno compiersi: la rapina in banca per il primo, un delicato intervento chirurgico per il secondo... Forse il miglior film di Leconte, almeno tra quelli che ho visto finora: più che la storia di un'amicizia al maschile (tema, fra l'altro, che ricorre ripetutamente nella filmografia del regista francese, da "Tandem" a "Il mio migliore amico") o di una mutua identificazione nella figura dell'altro, la pellicola mostra la ricerca della propria parte “mancante”, quella che non si è mai riusciti a concretizzare. Il tono è malinconico, permeato comunque da tocchi di ironia surreale (vedi il complice del rapinatore che dice una sola frase al giorno, alle dieci in punto. E prima? Medita. E dopo? Si riposa). Il finale triste, seppur ammantato da un'aura onirica, sembra quasi inevitabile, visto che ormai i reciproci ruoli sono talmente cristallizzati (come è evidente dalla scena nel locale, quando l'insegnante cerca senza successo di partecipare a una rissa) che solo la morte può permettere di sfuggirvi. Perfetti i due interpreti.

4 commenti:

  1. l'ho visto anch'io...si tratta di un buon film secondo me...

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  2. Molto bello, ben interpretato, ben doppiato. Un film quadrato, come dinamiche e sviluppi, ma mai banale.
    L'uso del sonoro è formidabile secondo me.

    Con gli anni comincio a sviluppare la capacità di trovarli a naso i film di mio gradimento. Questo ho deciso di vederlo dalla prima riga della recensione. ^^

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  3. Sì, è un film che lascia un buon ricordo, e con due ottimi interpreti.

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