18 gennaio 2021

La corta notte delle bambole di vetro (A. Lado, 1971)

La corta notte delle bambole di vetro
di Aldo Lado – Italia 1971
con Jean Sorel, Ingrid Thulin
**1/2

Visto in divx.

Il giornalista americano Gregory Moore (Jean Sorel), insieme ai colleghi Jacques (Mario Adorf) e Jessica (Ingrid Thulin), indaga a Praga sulla scomparsa della sua ragazza Mira (Barbara Bach). Prima di finire in catalessi (ma non morto, come invece tutti credono) sul tavolo di un obitorio, da dove – in attesa di essere sottoposto ad autopsia – rievocherà in flashback l'intera vicenda, scoprirà che Mira è solo l'ultima di una serie di giovani donne sparite, e che è coinvolto un misterioso club di ricchi e potenti anziani che praticano strani riti occulti a scopo politico ("Il nostro solo nemico è il pensiero, il risveglio delle coscienze: i giovani devono diventare come noi, devono pensare come noi, chi rifiuta viene addormentato"). Opera prima di Lado, regista e sceneggiatore con una discreta carriera cinematografica negli anni settanta (anche con lo pseudonimo di George B. Lewis) prima di perdersi nei meandri delle produzioni televisive quando il cinema italiano si disinteresserà dei generi (thriller e horror) a lui più congeniali. Qui il modello di riferimento è evidentemente il Roman Polanski di "Rosemary's baby", con i suoi intrighi, il suo carico di angoscia e claustrofobia, e le sue sette sataniche (per non parlare del finale shockante), anche se contaminato da una lettura socio-politica (il "potere" che addormenta o "seppellisce vivi" coloro che si frappongono sul suo cammino) e da un pizzico di giallo all'italiana. Curiosa ma efficace l'ambientazione praghese (benché la città non venga mai esplicitamente nominata, e gran parte delle riprese siano state effettuate invece a Zagabria e a Lubiana). Musiche di Ennio Morricone, che rimarrà un frequente collaboratore del regista. Ottimo il cast, che comprende anche Fabian Šovagoviċ (il dottor Karting), Relja Bašić (Ivan), Piero Vida (il commissario) e José Quaglio (l'avvocato Valinski). La prima scelta per il ruolo del protagonista era Terence Hill. Il titolo, incomprensibile (nella pellicola non ci sono "bambole di vetro"), è frutto di un rimaneggiamento in fase di distribuzione: Lado avrebbe voluto chiamare il film "Malastrana" (dal nome del quartiere di Praga), poi si optò per "La corta notte delle farfalle", visto che queste ultime ricorrono più volte nella trama e nelle immagini, come suggerisce anche la canzone ("The short night of the butterflies") cantata da Jürgen Drews. Il nome fu poi cambiato all'ultimo momento perché era in uscita un'altra pellicola con le farfalle nel titolo.

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