1 ottobre 2020

La ragazza nella nebbia (D. Carrisi, 2017)

La ragazza nella nebbia
di Donato Carrisi – Italia 2017
con Toni Servillo, Alessio Boni
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Visto in TV, con Sabrina.

In una cittadina di montagna, isolata in una valle delle Alpi, una ragazza sparisce misteriosamente alla vigilia di Natale. A indagare sulla sua scomparsa, temendo sia rimasta vittima di un omicidio, giunge lo spregiudicato ispettore Vogel (Toni Servillo), i cui metodi consistono nel richiamare l'attenzione dei mass media e spettacolarizzare la vicenda, manipolando le informazioni e spingendo così il colpevole a commettere un passo falso. Colpevole che l'ispettore ritiene di aver individuato nel professor Martini (Alessio Boni), insegnante nel liceo locale: e pur avendo soltanto lievi indizi, non esita a manipolare le prove per poterlo arrestare... L'opera prima dello scrittore Donato Carrisi, tratta ovviamente da un suo romanzo, è un giallo-noir ricco di colpi di scena e dalla struttura non banale (la vicenda principale è in realtà raccontata in flashback dallo stesso ispettore Vogel al dottor Flores (Jean Reno), psichiatra che lo interroga perché a sua volta è accusato di un omicidio), con un soggetto interessante (anche se per molti versi implausibile) ma numerosi problemi a livello di sceneggiatura. E non mi riferisco solo ai dialoghi scolastici, di qualità amatoriale o da fiction televisiva, ma soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi, Vogel in primis, per certi versi pretestuosa (e funzionale solo alle necessità dell'intreccio) e per altri oscillante e contraddittoria (è davvero poco credibile, per esempio, che un ispettore che ci è stato presentato come poco interessato alla verità, al punto da non esitare a mandare sotto processo un sospettato senza prove o addirittura falsificandole, nonché abituato a manipolare i media e l'opinione pubblica, si trasformi improvvisamente in un vendicatore in prima persona in nome di un senso di giustizia che mai aveva dimostrato di possedere). Anche l'ambientazione è troppo vaga: girato in Alto Adige (in Val d'Ega, a Nova Levante e Carezza), il film si svolge in una cittadina dal nome francese, dove si parla italiano ma i cognomi sono tedeschi: che volesse essere in Svizzera? Imperdonabile comunque la neve che va e viene, da scena a scena, in maniera casuale. Nel complesso, un film che avrebbe meritato una revisione della sceneggiatura e una regia più esperta, visto che l'idea di base e gli attori di talento non mancavano. Curiosità: dieci anni prima, Servillo aveva interpretato un film per certi versi simile a questo, "La ragazza del lago" di Andrea Molaioli.

2 commenti:

Ernesto ha detto...

Ciao, Christian!
Questo film l'ho guardato in aereo l'ultima volta che sono tornato dall'Italia, senza avere idea di cosa avrei visto, perciò a poco dall'inizio ho cominciato a chiedermi se non fosse una parodia (magari di qualche sceneggiato d'altri tempi) perché vedevo un Servillo che recitava come se fosse a teatro e parlava in modo ridicolo. Alla fine c'è qualcosa che si salva, ma secondo me due stelle per questa roba sono pure tante.

Christian ha detto...

Sono d'accordo, il livello è quello di una fiction della Rai. Eppure in Italia, dove gli addetti ai lavori sono sempre pronti a auto-incensarsi a vicenda (vedi l'accoglienza "trionfale" che i giornali riservano immancabilmente a tutti i film italiani alla mostra di Venezia), è stato elogiato dalla critica e ha anche avuto premi ai David di Donatello. Mah...

Gli ho dato comunque due stelle perché in parte mi è piaciuta l'atmosfera, e perché in fondo la risoluzione del giallo non era così scontata. Però è un peccato che anche l'ambientazione fra le montagne fosse così vaga e sia stata così poco sfruttata.