30 settembre 2020

Il corvo (Alex Proyas, 1994)

Il corvo - The crow (The Crow)
di Alex Proyas – USA 1994
con Brandon Lee, Rochelle Davis
***

Visto in TV.

Ucciso durante la "notte del diavolo", alla vigilia di Halloween, insieme alla sua ragazza, il musicista Eric Draven (Brandon Lee) è magicamente riportato in vita un anno dopo per vendicarsi dei suoi assassini. Da un fumetto di James O'Barr, un revenge movie dall'aura maledetta con una storia e un mood anni ottanta ma un'estetica dark che si rifa al cinema di Hong Kong degli anni novanta (evidenti le ispirazioni da John Woo, Ching Siu-tung e Tsui Hark). A tratti semplicistico e imperfetto, ma innegabilmente ricco di fascino, anche grazie alla regia di Proyas (di cui, insieme al successivo "Dark City", è il lavoro più celebre) e alla fotografia di Dariusz Wolski (che trasuda atmosfera e dà vita a una città notturna, perennemente sotto la pioggia, che ricorda la Gotham City di Batman). Molto, in effetti, richiama i comics più cupi dell'epoca (Batman appunto, ma anche Blade o Sandman), forse per l'origine del soggetto: oltre che una creatura soprannaturale e immortale (con alcuni connotati religiosi), Eric è una sorta di vendicatore mascherato, con il volto dipinto di bianco, a metà fra un clown malvagio e un fantasma, sempre accompagnato da un corvo ultraterreno che funge da legame fra il mondo dei vivi e quello dei morti (e attraverso i cui occhi Draven può scrutare i suoi nemici). La fama di cult gli è giunta anche da una tragica circostanza: l'attore protagonista (figlio di Bruce Lee, peraltro) è morto accidentalmente sul set a pochi giorni dalla fine delle riprese, ucciso dal colpo di una pistola che avrebbe dovuto essere caricata a salve ma che per errore conteneva un proiettile difettoso. Il fatto che la trama stessa della pellicola parli di un uomo che torna dalla morte è incredibilmente inquietante. Rochelle Davis è la piccola skater Sarah, Ernie Hudson il poliziotto buono Albrecht, mentre fra i tanti cattivi spiccano Michael Wincott (il boss Top Dollar), Bai Ling (la sua sorella/amante Myca), David Patrick Kelly, Angel David, Michael Massee e Laurence Mason (i quattro balordi responsabili della morte di Eric). Fu proprio Massee, senza volerlo, a sparare il colpo che uccise Lee. La pellicola, dedicata a lui e alla sua fidanzata Eliza Hutton, fu completata ricorrendo a una controfigura (come era capitato anche al padre di Brandon ne "L'ultimo combattimento di Chen") e alla computer grafica. Curiosità: la controfigura in questione era Chad Stahelski, il futuro regista dei film di John Wick. Memorabile la colonna sonora a base di brani rock, punk, metal e gothic di gruppi del calibro dei Cure ("Burn"), Rage Against the Machine ("Darkness"), Helmet, Nine Inch Nails e The Jesus and Mary Chain. Grande successo di pubblico e pure di critica: ne seguirono alcuni sequel e anche una serie tv, accolti però male (anche per via dell'assenza di Lee). Il titolo (da non confondere con l'omonimo noir di Clouzot del 1943) è forse ispirato alla poesia di Edgar Allan Poe (in originale "The Raven").

4 commenti:

MikiMoz ha detto...

Per me un film cult, che diventa cult per motivi tristi e indiretti, ma anche perché ha saputo perfettamente catturare lo spirito (goth) di quel periodo anni '90.

Moz-

Christian ha detto...

Sicuramente un film simbolo della sua epoca! Ricordo con particolare affetto anche la versione a fumetti, che in Italia ebbe un grande successo e generò poi anche una collana ("Il corvo presenta") che portò da noi tante serie bellissime, come quelle Vertigo.

In The Mood For Cinema ha detto...

Cultissimo! Non è sicuramente un capolavoro, ma per quelli della mia generazione rimarrà sempre un cult, appunto.

Christian ha detto...

Penso che sia proprio uno dei pochi film per cui la definizione di "cult movie" ci sta tutta, soprattutto per chi l'ha visto negli anni giusti!